Morte al Ruggi: primi indizi dalla cartella clinica

Ivano Montano

Cartella clinica sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti: la famiglia dell’ex poliziotto 68enne deceduto al Ruggi mentre veniva sottoposto ad una Tac, dopo aver atteso per ore l’intervento dei medici chiede chiarezza sulle cause della morte e le avrà, perché dalle prime risultanze emergono dati importanti: i valori di glicemia e azotemia erano del tutto sballati, il sangue non coaugulava a sufficienza, i battiti cardiaci risultavano molto accelerati. Insomma, tanti indizi confermano che l’uomo avesse già subito danni al miocardio, durante quelle otto ore di attesa al Pronto Soccorso del nosocomio cittadino, dove si era recato a bordo della propria vettura spaventato dal persistente dolore alla spalla sinistra. I Magistrati ora vogliono capire se, prima di sottoporre il malcapitato alla Tac, siano stati effettuati dal personale medico intervenuto i necessari interventi di stabilizzazione: c’era da abbassare il tasso di glicemia e regolare il battito cardiaco. Dalle prime indagini, insomma, pare che non sia stato fatto tutto quel che c’era da fare e soprattutto rapidamente, in tempo utile per evitare guai seri che, purtroppo, sono poi sopraggiunti. Alfonso è morto ma, a detta dei familiari, poteva essere salvato. Sarà l’esame autoptico ad accertare le cause del decesso ed eventuali responsabilità.

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