E’ già polemica sul rientro dei docenti no vax: da ieri sono tornati a scuola, ma non possono insegnare

Il caso dei docenti no vax: a scuola, ma non in classe

Il presidente della Regione Campania, De Luca, ironizza: «I presidi, quindi, dovranno organizzare tornei di burraco»
Francesca De Simone

Dopo tre mesi di sospensione, il personale scolastico, che non ha aderito alla campagna vaccinale, è tornato nei rispettivi plessi. Così come previsto dalla circolare del Ministero dell'Istruzione, sulla base dell'ultimo decreto che disciplina le riaperture, i docenti non vaccinati, possono rientrare a scuola, ma non in classe. In buona sostanza, mentre il personale ATA e i dirigenti, che non hanno preso parte alla campagna di immunizzazione, possono tornare alle proprie mansioni perché non svolgono attività didattiche a contatto con gli alunni, i docenti devono essere impiegati in maniera diversa.

Così da ieri, la gatta da pelare è passata ai presidi che, così come si legge nel chiarimento del Ministero, devono impiegare i prof "in altre funzioni rientranti tra le proprie mansioni, quali, a titolo esemplificativo, le attività anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione". . «Quindi, il ministero della pubblica istruzione – ha semplificato il governatore De Luca – invita sostanzialmente i presidi a organizzare tornei di burraco, di bridge, non so che debbano fare i docenti nelle scuole per non essere a contatto con gli alunni». Il presidente della Regione Campania, esprimendo la sua solidarietà ai dirigenti scolastici, critica fortemente tale scelta e conclude: «Tornei di bridge, credo sia l'ultima straordinaria innovazione prodotta dal ministero della pubblica istruzione».

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