Sul caso delle flessioni punitive per gli specializzandi di ortopedia, il professor Maffulli chiarisce la sua posizione

Caso flessioni, il prof. Maffulli fa chiarezza

Ieri pomeriggio il noto professionista ha parlato dinanzi alla alla commissione d’inchiesta istituita dall’Università di Salerno
Francesca De Simone

Nessun episodio di nonnismo e niente clima da caserma, ma rituali di cui gli studenti sarebbero stati perfettamente a conoscenza ed anzi messi in atto in un clima di condivisione e spesso anche di divertimento: è così che il professor Nicola Maffulli chiarisce la sua posizione dinanzi alla commissione d'inchiesta istituita dall'Università degli Studi di Salerno, in merito al polverone sollevato da quello che può essere ribattezzato come lo "scandalo flessioni". Il noto professionista, che gestisce la Scuola di specializzazione di Ortopedia, mette, in questo modo, fine alle polemiche, a seguito della denuncia di un'associazione su presunte "punizioni" agli studenti ritardatari.

La commissione si è riunita ieri presso l'ospedale "Ruggi" per esaminare il caso, alla presenza del professor Maffulli che, accompagnato dagli avvocati Imposimato e Musio, ha fatto chiarezza sugli episodi finiti all'attenzione dei media nazionali, complice la sua notorietà, essendo tra i più stimati ortopedici italiani (un fuoriclasse che ha curato campioni come David Trezeguet e Thierry Henry).

A seguito della riunione, inoltre, i legali del medico hanno dichiarato, in una nota: «In relazione ai fatti venuti alla ribalta attraverso numerose agenzie di stampa, precisiamo che il nostro assistito chiarirà la propria posizione nelle sedi ufficiali, in modo da non alimentare inutili processi mediatici. Ad ogni modo si intende porre l'attenzione sulla strumentalità, da parte di alcuni, nell'utilizzare immagini avulse dal proprio contesto e dichiarazioni prive di fonte, manipolando la percezione dei fatti, mettendo in moto la "macchina del fango", danneggiando anche gli stessi specializzandi. Il professor Maffulli si riserva di azionare le opportune azioni legali a propria tutela».

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