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Tu sei qui: CronacaBuoni spesa Covid: iniziano i controlli e spuntano i furbetti
Scritto da Andrea Siano (Andrea Siano), sabato 21 novembre 2020 10:31:49
Ultimo aggiornamento sabato 21 novembre 2020 10:36:36
In Campania iniziano i controlli su chi ha incassato i buoni spesa Covid destinati alle persone in difficoltà e spuntano i primi furbi. Un comportamento parassitario, ingiustificabile, che danneggia tutti.
L'ultima operazione in ordine di tempo è quella dei Carabinieri della stazione di Montecorvino Rovella, che hanno denunciato 13 persone- di cui 4 stranieri- per aver attestato falsamente una condizione di indigenza ed ottenere in questo modo i buoni spesa erogati dal Comune per l'emergenza Covid. Parliamo di 250 euro a testa, ma più della cifra è la portata morale del gesto che appare molto discutibile.
I Carabinieri della Compagnia di Battipaglia ci sono arrivati dopo accertamenti eseguiti con il supporto dell'amministrazione comunale di Montecorvino Rovella, scoprendo che 11 persone hanno omesso di indicare nello stato famiglie persone che percepivano un reddito, mentre altre due donne erano già beneficiarie del reddito di cittadinanza. Un comportamento parassitario, che l'autorità giudiziaria potrebbe censurare confermando le ipotesi dei Carabinieri, ovvero la frode in erogazioni pubbliche e la falsità ideologica nelle attestazioni.
Appena ieri oltre 700 persone che avevano ottenuto indebitamente il "Bonus spesa Covid- 19", erano state scovate dalla Guardia di Finanza di Napoli. Avevano dichiarato falsamente di trovarsi in condizioni di difficoltà economica tali da non poter comprare generi alimentari e di prima necessità, Tra loro, anche alcuni familiari di esponenti della criminalità organizzata. Ora gli Enti Comunali dovranno recuperare le somme indebitamente percepite.
A seconda dei casi, c'era chi aveva uno stipendio o una pensione, chi il Reddito di Cittadinanza, chi l'indennità di disoccupazione o altre prestazioni sociali agevolate. Ma qualcuno aveva perfino alterato il proprio stato di famiglia, indicando soggetti fittizi o non residenti per incrementare la somma da percepire. Si va dai coniugi che hanno richiesto entrambi il bonus ma per lo stesso nucleo familiare, a soggetti che già avevano l'assegno di mantenimento per separazione, a titolari di Partita Iva e persino a congiunti di camorristi. Emblematico il caso di una signora napoletana che ha presentato un'attestazione ISEE pari a 4.895 euro, ma che in realtà era di oltre 67.000 euro. La stessa signora, inoltre, aveva risparmi sui propri conti correnti per 325.000 euro e un patrimonio immobiliare del valore di circa 36.000 euro.
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