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Tu sei qui: CronacaConfiscati beni al clan Fabbrocino: propaggini nel Cilento e prestanome
Scritto da (Andrea Siano), giovedì 29 ottobre 2020 11:26:44
Ultimo aggiornamento giovedì 29 ottobre 2020 11:26:44
Secondo i magistrati dell'Antimafia Antonio Piccirillo, 73 anni, era uno dei prestanome di Francescantonio Fabbrocino e di suo nipote, Mario Fabbrocino. È per questo che il Tribunale ha emesso due decreti di sequestro per la confisca di beni a loro riconducibili, che si ipotizza essere frutto di attività legate al clan.
Le indagini della Guardia di Finanza hanno consentito di accertare l'occultamento sistematico della titolarità delle ricchezze accumulate con il ricorso all'intestazione fittizia di quote societarie ed immobili ad otto prestanome. Si parla di reimpieghi di somme illecite, nel periodo 2004-2010, per oltre 1,5 milioni di euro. E le persone utilizzate come "schermi", tutte incensurate, godevano di una posizione imprenditoriale tale da far passare inosservati i cospicui flussi finanziari e gli investimenti immobiliari, non lasciando trapelare alcun segnale di irregolarità. Ma gli inquirenti sono riusciti a dimostrare che Francescantonio Fabbrocino continuava di fatto a gestire la contabilità delle aziende ed a mantenere la titolarità dei beni. Le società sequestrate operavano in provincia di Salerno nel settore immobiliare e della grande distribuzione di noti marchi di prodotti alimentari.
Alla base dei provvedimenti di sequestro anche la notevole sproporzione tra i redditi dichiarati e le ricchezze riconducibili ai due Fabbrocino, uno dei quali, anche se agli arresti domiciliari, pur di non rinunciare alla gestione in prima persona degli affari incontrava regolarmente, presso la propria abitazione, collaboratori ed agenti della rete vendite. Sotto sequestro sono finiti 9 complessi aziendali, 53 appartamenti, 4 villini, 17 garage, 8 appezzamenti di terreno e 16 partecipazioni in società di capitale, per un valore complessivo stimato in oltre 13 milioni di euro. L'amministrazione giudiziaria garantirà la continuità aziendale, salvaguardando i posti di lavoro e i contratti in essere.
Il clan Fabbrocino è una delle organizzazioni criminali di maggior peso tra il Nolano ed il Vesuviano, facendosi strada anche nel Salernitano senza esitare a sparare. La vocazione imprenditoriale ha cambiato faccia al clan, nel tempo, consentendogli di reinvestire in attività economiche i profitti delle estorsioni e del traffico di droga.
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