Oltre 500 le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Vallo della Lucania su falsi titoli di studio rilasciate da un istituto paritario del Cilento

Diplomificio nel Cilento, oltre 500 persone indagate: danno per oltre sette milioni di euro

I Carabinieri hanno scoperto un vero e proprio diplomificio con clienti su tutto il territorio nazionale
Francesca De Simone

Oltre 500 indagati a chiusura di una indagine partita dal Cilento e poi estesa in tutta Italia: nel mirino degli inquirenti i falsi diplomi rilasciati da un istituto professionale paritario di San Marco di Castellabate, che gestisce due scuole. Un vero e proprio diplomificio che negli anni avrebbe consentito di ottenere facilmente l'attestato di maturità a centinaia di aspiranti diplomandi, tutti irregolari. È terminata una lunga e complessa indagine, a cura dei Carabinieri della Compagnia di Vallo della Lucania e di quella di Agropoli e della Sezione di Polizia Giudiziaria, sotto la direzione della Procura Vallese, che ha visto impegnati gli investigatori in un lavoro di complessa ricostruzione del diplomificio con base nel Cilento.

L'indagine era scaturita dalla segnalazione, a cura dell'Ufficio scolastico regionale, della circostanza singolare che alcuni docenti, per l'assunzione in ruolo nel 2018, presentavano titoli di studio datati ma mai esibiti nelle procedure concorsuali precedenti. A quel punto i carabinieri decisero di approfondire e acquisirono centinaia e centinaia di titoli di studio sospetti su tutto il territorio nazionale. Negli ultimi due anni sono state eseguite perquisizioni in tutta Italia. Sono stati così scoperti ed individuati oltre 400 "diplomi" inesistenti. E' stata così scoperta una vera e propria fabbrica di titoli di studio falsi e non certo gratuiti: tra i 1000 e i 2.500 euro il costo accertato dagli investigatori di ciascuno dei vari documenti rilasciati e che hanno addirittura consentito ai numerosi indagati, residenti su tutto il territorio nazionale la vincita di concorsi in ambito scolastico, con un danno per la pubblica amministrazione che ammonta a ben oltre 7.500.000 euro.

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