Si recupera terreno secondo i dati Istat

Lavoro, la ripresa “a termine”

Il secondo trimestre è trainato dai dipendenti a termine, per la prudenza delle imprese, che, d’altra parte, in molti casi, non trovano lavoratori
Francesca De Simone

I dati Istat sul secondo trimestre dell'anno (aprile-giugno 2021) confermano il recupero dell'occupazione dopo lo choc dei lockdown, soprattutto a traino dei dipendenti a termine. Una fragilità che si deve in parte alle “strategie prudenziali delle imprese che, in attesa di capire l'evolversi della pandemia e l'effetto sulla stabilità della ripresa del ciclo economico, tendono a instaurare rapporti di lavoro più facili da interrompere”. Ma il gap con il 2019 è ancora ampio, soprattutto per donne, giovani e stranieri. E rimane un trend di recupero che si è interrotto a luglio, come hanno mostrato le più recenti rilevazioni mensili e come ricorda nel suo rapporto lo stesso istituto.

Da segnalare anche un'altra difficoltà lamentata dalle imprese: “Il tasso di posti vacanti, pari all'1,8%, mostra una crescita sostenuta – dice l'Istat – raggiungendo un livello mai registrato dal 2016 (anno di inizio della serie); in termini tendenziali, si osserva una ripresa eccezionalmente marcata del tasso". Resta il gap con il pre-pandemia: nel suo approfondimento, l'Istat annota che “l'occupazione rimane ancora inferiore ai livelli precedenti all'emergenza Covid, con 678 mila occupati in meno rispetto al secondo trimestre 2019”. Le donne sono ancora 370 mila in meno, con un -3,7% rispetto al -2,3% degli uomini. Anche per i giovani vale lo stesso discorso: forte recupero nel secondo trimestre, ma ancora 199 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Idem per gli stranieri. A livello settoriale, agricoltura e industria “hanno recuperato le perdite occupazionali subite nel 2020, che sono state decisamente più modeste di quelle del settore dei servizi; nonostante quest'ultimo, nel secondo trimestre 2021, abbia mostrato una dinamica decisamente positiva, gli occupati sono ancora 768 mila in meno (-4,6%) di quelli del secondo trimestre 2019. Le professioni intellettuali e tecniche sono le uniche a non mostrare segnali di ripresa nel secondo trimestre 2021, che invece risulta più intensa per imprenditori e dirigenti e per le professioni non qualificate”.

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