E’ arrivato il lasciapassare dagli Stati Uniti per il rientro della salma di Claudio Mandia in Italia

Morte Mandia, arriva il nullaosta Usa per il rimpatrio della salma

La famiglia, il cui rientro è previsto nelle prossime ore, vuole vederci chiaro su quanto è accaduto nel college di New York negli ultimi giorni di vita del giovane
Francesca De Simone

Battipaglia attende il rientro in Italia della famiglia Mandia per l'ultimo saluto a Claudio, dopo la tragedia che si è consumata negli States. Il loro ritorno, assieme alla salma del giovane, è previsto nelle prossime ore e la comunità della Piana del Sele si prepara ai funerali che saranno celebrati nella Chiesa di Santa Maria della Speranza. Intanto i genitori di Claudio, pronti a ripartire a breve da New York, hanno diffuso, attraverso il loro avvocato americano, un comunicato su quanto sta emergendo relativamente alle circostanze che hanno portato alla morte del ragazzo. Il gesto estremo potrebbe essere – secondo l'ipotesi ventilata nel comunicato – conseguenza della punizione che gli sarebbe stata inflitta con un isolamento di tre giorni per aver copiato un compito importante, propedeutico al conseguimento del diploma finale e quindi all'accesso all'Università.

In un primo comunicato diffuso negli Usa sempre dallo stesso legale si era parlato di “trattamento inimmaginabile” cui era stato sottoposto il giovane. Ora la nuova nota – di cui riferiscono i media – in cui si sostiene che “misure primitive sono state la causa diretta del suicidio di Claudio mentre era rinchiuso in isolamento”. Il comunicato non va oltre il termine 'misure primitive'. Per capirne di più occorrerà attendere l'esito delle indagini della polizia del posto che dovrà accertare anche la natura della 'detenzione' di fatto del giovane nei giorni in cui è stato isolato dal resto della classe. Già effettuata l'autopsia, la salma ha ottenuto il nullaosta per il rimpatrio da parte delle autorità americane e sarà qui nelle prossime ore. Su questo fronte è stata impegnata anche la sindaca di Battipaglia Cecilia Francese, che ha interagito con la famiglia del giovane e l'ambasciata. «E' uno strazio – ha commentato – il giovane è stato qui per Natale se i genitori avessero intravisto un malessere, certamente non l'avrebbero fatto ripartire per gli Stati Uniti d'America».

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