Avrebbero truffato i genitori di un tifoso granata rimasto vittima di un incidente stradale: nell'ambito dell'operazione di oggi dei Carabinieri, nei guai sono finiti anche un avvocato ed un ultras salernitani

Operazione CC, tra indagati anche un avvocato e un ultras

Sarebbero riusciti ad appropiarsi di circa 160mila euro
Francesca De Simone

Anche un avvocato ed un esponente di spicco degli ultras sono tra gli indagati nell'ambito dell'operazione dei Carabinieri su richiesta della DDA. In particolare, secondo gli inquirenti, il legale avrebbe rappresentato il tramite di due detenuti del carcere di Bellizzi Irpino, in provincia di Avellino, per ottenere la droga durante i colloqui ed organizzare all'interno della casa circondariale un'attività di spaccio. Inoltre, l'avvocato, assieme ad un esponente del tifo locale, avrebbero commesso una truffa nei confronti dei genitori di un ventenne tifoso granata morto a seguito di un incidente stradale. In particolare, secondo la ricostruzione fatta propria dal Giudice, il capo del gruppo ultras, sfruttando la fiducia a lui riconosciuta sarebbe riuscito a carpire la buona fede dei genitori della vittima, ai quali avrebbe indicato l'avvocato per le procedure assicurative relative alla morte del figlio.

Il legale, mediante la falsificazione totale o parziale di documentazione fiscale attestante presunte spese sostenute in relazione al funerale della vittima e successive consulenze tecniche di parte, avrebbe poi indotto in errore i familiari circa gli oneri dovuti, appropriandosi della somma di 160 mila euro, dal totale del risarcimento liquidato dall'assicurazione per il sinistro, ripartendola con il capo ultras e un altro indagato. A tutti loro è contestata l'aggravante di aver approfittato della “condizione di minorata difesa delle vittime, dovuto allo stato di sofferenza psicologica derivante dalla morte del giovane. Parte della somma provento di truffa sarebbe stata poi riciclata attraverso una fattura falsa di 43.310 euro, emessa dalla società di consulenza di proprietà della moglie di uno dei tre. La donna, inoltre, in quanto rappresentante di impresa individuale, attraverso la presentazione di dichiarazioni non vere, avrebbe conseguito indebitamente un contributo a fondo perduto nell'ambito dell'emergenza Covid, ricavandone un vantaggio patrimoniale quantificato in 30.856 euro corrisposto dall' Agenzia delle entrate Da qui la connessa ipotesi delittuosa di indebita percezione di erogazioni pubbliche.

Leggi anche

Adblock Detected

Please support us by disabling your AdBlocker extension from your browsers for our website.