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Tu sei qui: CronacaPfizer, vaccini in frenata
Scritto da (Ivano Montano), venerdì 22 gennaio 2021 11:01:53
Ultimo aggiornamento venerdì 22 gennaio 2021 11:01:53
La corsa dei furgoni Pfizer è in forte frenata, tanto che le forniture per l'Italia - già in calo da qualche giorno - saranno addirittura dimezzate dalla settimana prossima per alcune regioni, tra cui la Campania. Ieri, dopo aver preso atto della comunicazione fatta dall'azienda farmaceutica, si è scatenata l'ira del Governatore De Luca che, senza giri di parole, ha denunciato la portata del rischio di una ulteriore riduzione di consegne: c'è il pericolo che si vada a bloccare del tutto il programma delle somministrazioni, determinando una situazione gravissima e inaccettabile. Per De Luca, è tempo di scelte chiare e oggettive, bisogna innanzitutto garantire il completamento dei richiami per i primi vaccinati, per non vanificare l'enorme sforzo organizzativo compiuto qui in Campania. Del resto, anche altrove, in altre regioni italiane, la priorità è proprio giungere all'immunizzazione dei soggetti già vaccinati e poi passare al secondo step e dunque alle altre fasce a rischio, nella speranza, sempre, che non si allunghino troppo i tempi per gli ultraottantenni, i soggetti immunodepressi, il personale della scuola. Il messaggio lanciato dal Governatore De Luca al Commissario Arcuri è forte e chiaro: c'è bisogno di un vaccino per ogni cittadino, seguendo una linea di equità e oggettività assoluta e operando già in questa fase un riequilibrio rispetto alla prima distribuzione di dosi avvenuta sulla base di criteri fortemente sperequati.
Intanto, dopo gli avvertimenti dei giorni scorsi, a quanto pare il Governo ha deciso di passare ai fatti, attivando l'Avvocatura Generale dello Stato per valutare i diversi profili di responsabilità della casa farmaceutica Pfizer in caso di inadempienza e le possibili azioni da intraprendere a tutela degli interessi del Paese e dei cittadini, alla luce dei ritardi nelle consegne e del taglio delle dosi annunciato. Al momento, la risposta che giunge dall'azienda è più o meno questa: "rispetteremo gli impegni assunti sulle consegne in linea con gli accordi esistenti, che sono sempre stati basati sulla fornitura di dosi, e non di fiale". Tra le righe, dunque, si legge in pratica la conferma ad un sospetto, visto che l'Ema a inizio gennaio ha dato via libera a ricavare da ogni fiala 6 dosi piuttosto che le 5 previste inizialmente, per cui ogni Paese di fatto sta ricevendo il 20% in più di dosi rispetto a quanto previsto dal contratto firmato dall'Unione Europea e, dunque, alla cifra pagata. Probabile, a questo punto, che si debbano prima rimodulare gli accordi tra le parti.
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