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Tu sei qui: CronacaPizzo ed estorsioni, le mani dei clan sul salernitano
Scritto da (Francesca De Simone), venerdì 10 dicembre 2021 09:28:48
Ultimo aggiornamento venerdì 10 dicembre 2021 09:28:48
Una lunga scia di episodi delittuosi durata per oltre cinque anni, con una serie di atti di intimidazione per imporre il pizzo agli esercizi commerciali e per obbligare bar ed altre attività ad installare le loro slot machine: all'indomani della maxi operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale, emergono nuovi dettagli sul modus operandi dell'organizzazione malavitosa, individuata come clan Buonocore / Matrone, smantellata su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Ventuno persone sono state arrestate, di cui tredici sono finite in carcere e otto ai domiciliari tra Scafati ed alcuni comuni del napoletano.
Nei loro confronti sono ipotizzati vari reati tra cui l'associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto di armi comuni da sparo e da guerra, violenza privata e illecita concorrenza con minaccia o violenza, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
Attraverso le indagini dei Carabinieri del Reparto Territoriale Nocera, scaturite nel 2017 dopo una serie di episodi di danneggiamento nei confronti di alcune attività di Scafati, è stato possibile ricostruire lo scenario criminale dell'area in cui si erano verificati gli atti intimidatori: dalla guerra tra clan (Cesarano, Buonocore/Matrone, Loreto/Ridosso) alla pace per la spartizione degli affari tra Scafati e Castellammare.
In manette nell'operazione di ieri è finito, tra gli altri, Giuseppe Buonocore, genero dello storico boss di Scafati, Francesco Matrone ("Franchino a belva"), attualmente detenuto in regime di 41 bis, ma che, dopo la scarcerazione, nel 2016, si era riorganizzato per il monopolio delle attività illecite, stabilendo nuove alleanze. Nel corso della complessa attività di indagine sono state sequestrate anche due pistole con matricola abrasa, una bomba carta e stupefacenti di vario tipo.
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