La ripresa delle attività scolastiche dopo la pausa natalizia sta alimentando il dibattito ovunque

Scuola, rientro senza certezze

Per favorire un rientro in totale sicurezza, però, si sarebbero potute adottare semplici misure, che il governo, invece, ha totalmente ignorato
Francesca De Simone

«Non si stanno prendendo decisioni sulla base delle evidenze scientifiche. In questo modo non si fermerà la pandemia. E le scuole chiuderanno de facto, perché con i contagi in classe scatterà la didattica a distanza»: queste parole sono del professor Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute e ordinario di Igiene all'Università Cattolica di Roma, in un'intervista pubblicata stamani nell'edizione nazionale de “Il Mattino”.

L'evidenza è sotto gli occhi di tutti, ma sulla scuola il governo va comunque avanti per la sua strada, nonostante il parere contrario pure degli scienziati. Che la scuola sia un luogo sicuro è fuor di dubbio, ma a non essere sicuro è il rientro tra i banchi a queste condizioni, dopo settimane caratterizzate da uno tzunami di contagi, favorito dalle riunioni familiari durante le festività. Il rischio è quello di far diventare la scuola un ulteriore moltiplicatore di casi. Per evitarlo, probabilmente, anziché emanare protocolli enigmatici sarebbe stato sufficiente far partire una campagna di screening con tamponi gratuiti per gli studenti, dotare gli istituti di Ffp2 da distribuire gratuitamente agli alunni, investire sui trasporti per aumentare ulteriormente le corse, incrementare la campagna vaccinale per la fascia 5-11 e per la dose booster a quella 12-15. Nulla di tutto ciò, invece, è stato fatto, anzi.

Lo screening è un disastro, i reagenti scarseggiano e stanno saltando tutte le attività di tracciamento e testing, per le Ffp2 non si è andato oltre l'accordo con le farmacie e sulla campagna vaccinale per i più piccoli si va ancora a rilento. Per non parlare del fatto che fare una distinzione tra immunizzati e non per assegnare la dad nelle classi con contagiati è un'altra impresa titanica per i presidi, per via delle stringenti norme sulla privacy. Alla luce di tutto questo è palese che non si possa parlare di rientro in sicurezza: la ripresa scolastica in queste condizioni, nell'attuale contesto pandemico, rischia di avere ulteriori ripercussioni sulla situazione epidemiologica.

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