Usa parole gravi il gip del tribunale di Napoli per descrivere l’ex pm Roberto Penna, da ieri ai domiciliari

“Violazione e spregio dei doveri di lealtà, correttezza ed imparzialità”

Avrebbe fornito informazioni riservate a Vorro e Inverso a proposito delle indagini condotte dal suo ufficio
Francesca Salemme

Da ieri mattina l'ex sostituto procuratore di Salerno, Roberto Penna, è agli arresti domiciliari assieme alla sua compagna, Maria Gabriella Gallevi, avvocato ebolitano, all'ex generale della Guardia di Finanza ed ex presidente del Novara calcio Fabrizio Lisi, e agli imprenditori Francesco Vorro ed Umberto Inverso.

L'attività d'indagine dei carabinieri, che va dall'ottobre 2020 al 14 luglio 2021 (quando venne effettuata una perquisizione dell'ufficio del pm, ndr), avrebbe fatto luce su un «patto corruttivo» tra il magistrato, a conoscenza, per ragioni d'ufficio, di informazioni coperte da segreto, e gli imprenditori del consorzio ReseArch, per “ripulire” lo stesso già impossibilitato a lavorare nel capoluogo di regione in quanto destinatario di una interdittiva antimafia perché tra le consorziate ve ne era una ritenuta contigua ai Casalesi.

A tutti gli indagati vengono contestati, a vario titolo, reati di corruzione per l'esercizio delle funzioni, atto contrario ai doveri d'ufficio e in atti giudiziari, oltre che induzione indebita a dare o promettere utilità, ma è in particolare su Penna, che abusando della sua funzione di magistrato utilizzava informazioni riservate per tenere sotto scacco gli imprenditori Rainone e per agevolare la sua compagna affinché avesse incarichi professionali (secondo gli inquirenti, le vennero affidati incarichi di recupero credito per conto della Cassa Edile di Salerno di cui la sorella di Rainone era presidente, ndr), che vengono adoperate parole molto forti, sia dai pm partenopei Antonella Fratello e Antonello Ardituro, sia dal gip del tribunale di Napoli, Rosamaria De Lellis.

Quest'ultima, infatti, nel provvedimento cautelare, che ha raggiunto il magistrato all'alba del giorno in cui avrebbe dovuto prendere servizio al tribunale della Sorveglianza di Roma – incarico da lui richiesto per evitare un allontanamento dalla procura di Salerno per incompatibilità – scrive di un' “allarmante reiterazione delle condotte illecite dell'indagato, espressione di una personalità trasgressiva evidentemente incapace di valutare la gravità di quanto posto in essere“. Per il giudice per le indagini preliminari si tratta di un “comportamento di per sé spregevole che appare tanto più grave considerato che un magistrato dovrebbe costituire un esempio di legalità e come tale essere percepito dai cittadini” e dal fatto che “lo facesse all'interno del proprio ufficio in Procura“.

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