La scoperta fatta a Velia dai recenti scavi, che hanno portato alla luce elmi provenienti dalla battaglia di Alalia, accendono i riflettori su una pagina affascinante della storia antica

Velia, dagli scavi una scoperta sensazionale

Il ministro Franceschini: «E' necessario continuare a investire con convinzione nella ricerca archeologica che non smette di restituire importanti tasselli della storia del Mediterraneo»
Francesca De Simone

La scoperta è di quelle che accendono una nuova luce sulla storia antica e su una sua pagina particolarmente affascinante: lo scavo avviato dagli archeologi a Velia ha riportato alla luce armi, con tutta probabilità, provenienti dall'epocale battaglia di Alalia. Era il 540 a.C. quando davanti alle coste della Corsica, in quello che gli antichi chiamavano il mare di Sardegna, si svolse la prima grande battaglia navale della storia. Una lotta epica e sanguinosa di cui ci racconta Erodoto e che vide i potenti Focei, coloni greci insediati nella città corsa di Alalia, sotto l'attacco congiunto di etruschi e cartaginesi. Nello scontro, i greci ebbero la meglio.

Tuttavia, le navi che erano riusciti a salvare non potevano più combattere, tanto che dovettero imbarcare le famiglie, abbandonare Alalia e a fare rotta verso il sud d'Italia, dove, da abili mercanti quali erano, comprarono un pezzo di terra e fondarono Hyele poi rinominata Elea (Velia secondo i romani), la città della Magna Grecia che diede i natali al filosofo Parmenide.

Gli scavi avviati la scorsa estate, diretti da Francesco Scelza, hanno riportato alla luce i resti di una struttura rettangolare di notevoli dimensioni, risalente al VI secolo a. C. Al suo interno, le ceramiche dipinte tutte contrassegnate con la scritta Ire (“sacro”) che ne attesta la dedica alla divinità. Accanto al vasellame, il pavimento del tempio ospitava diverse armi in bronzo e in ferro. In particolare, i due splendidi elmi in perfetto stato di conservazione: uno etrusco del tipo “a calotta”, l'altro di foggia calcidese. Liberati dalla terra solo qualche giorno fa, ora devono ancora essere ripuliti in laboratorio e studiati. Al loro interno potrebbero esserci iscrizioni, cosa abbastanza frequente nelle armature antiche, e queste potrebbero aiutare a ricostruire con precisione la loro storia, chissà forse anche l'identità dei guerrieri che li hanno indossati.

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