Giorni intensi di lavoro, di ipotesi, congetture

Salernitana al lavoro ma la Figc è scettica sul trust

Il presidente Gravina: «La cessione deve avvenire nel rispetto delle norme senza strane interpretazioni»
Antonio Esposito

Che cosa voleva dire Gravina con quelle parole al Messaggero a 3 settimane dal termine ultimo? Cosa intende per cessione che deve avvenire senza strane interpretazioni? A cosa si riferisce il numero uno della FIGC? E dal triplice fischio di Pescara, anzi prima che Gravina pone quesiti e ultimatum. Non è un mistero che Mezzaroma e Lotito, che dal 2017 non ha quote del club intestate avendo "passato la mano" al figlio Enrico, puntano al trust. Se il trust non va bene lo si dica apertamente perché il tempo stringe.

Il 25 giugno non è lontanissimo ed una volta scavallato quel termine resterebbero tre giorni per l'iscrizione. Negli ambienti dei tifosi ci sono i commenti più disparati.

A Il Mattino Marco Mezzaroma, in modo telegrafico, poche ore dopo le parole di Gravina ha detto: «Stiamo lavorando. Abbiamo dimostrato con i fatti che le cose le facciamo. Col buonsenso che contraddistingue un po' tutti, una soluzione la stiamo trovando». O si vende il club o si deve sperare in una soluzione ponte per guadagnare un altro po' di tempo per trovare acquirenti perché neppure una casa si compra in un mese figuriamoci una società di calcio che, secondo i due proprietari attuali vale 80milioni di euro. Basterà il merito sportivo acquisito sul campo a convincere la Figc a dare ulteriore tempo a Lotito e Mezzaroma? Oppure il termine e perentorio.

E se così fosse chi e quanti sarebbero i terzi interessati? Visto che non si parla di una trattativa di mercato e siamo certi che Lotito e Mezzaroma non sono degli sprovveduti e che non si sono posti il problema il 10 maggio perché non giocare a carte scoperte? Anche perché del caso Salernitana ad oggi si parla poco e male anche su scala nazionale dove le uniche notizie che riguardano Lotito sono quelle riconducibili alla questioni tecniche della Lazio e della cena con Sarri. Cose che a Salerno interessano ben poco ma che danno anche la dimensione dei tanti fronti aperti per il multipatron.

Secondo Le Cronache alienare il bene dalla proprietà, fondato su patto di fiducia tra disponente e trustee, ovvero chi gestirà il bene, ci sarebbe più tempo per vendere la maggioranza delle quote. Questa la pro posta che la Salernitana farà alla federazione richiedendo contestualmente una proroga dai sei mesi in su per vendere la società. Che dietro questa strategia ci sia una volontà di non cedere completamente la mano non è assolutamente da escludere. Si prospetta un duello di natura essenzialmente giuridica.

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