Senza proprietà, senza dirigenti, la squadra sembra spaesata. Ma i granata non vengono abbandonati dalla loro gente

Salernitana, Colantuono deve cambiare registro

L'atteggiamento nella ripresa e le dichiarazioni a fine partita del tecnico romano non sono piaciute ai tifosi
Michele Masturzo

Fragile, spaventata, abbandonata da tutti, fuorchè dai suoi tifosi, anche ieri presenti in 12 mila. La Salernitana perde lo scontro diretto con la Sampdoria e non c'è nessuno a tirare su il morale alla truppa, attesa venerdì da un match fondamentale in casa del Cagliari, al quale forse dovrà presentarsi senza il suo giocatore più rappresentativo, Ribery, uscito dal campo dolorante.

I co-patron si sono talmente eclissati, da dimenticarsi pure di esprimere la loro solidarietà ai tifosi salernitani accoltellati da delinquenti di fede laziale. A parte le foto datate sul web, Isgrò e Bertoli a Salerno non si sono mai visti, figurarsi ora che hanno concesso altri 20 giorni di proroga per la cessione della società senza fornire chiarimenti convincenti. Il generale Marchetti si è ben guardato dal presentarsi all'Arechi: dopo aver dato il benservito a Castori (che non era di certo l'unico colpevole del disastroso avvio di stagione), di lui si sono perse le tracce. Fabiani ha lasciato l'impianto prima del fischio d'inizio, forse stufo dei cori di cui ha finto di non essersi accorto in una recente uscita.

E Colantuono? Beh, lui ha seguito il finale del match steso in panchina, con le braccia conserte e le gambe accavallate, come se non fosse un suo problema che la Salernitana fosse sotto di due reti in uno scontro diretto per la salvezza, in una partita preparata per due settimane e gettata alle ortiche in tre minuti per strafalcioni commessi da calciatori inadeguati per la Serie A, senza uno straccio di reazione, senza l'ombra di un'impronta tattica data dal nuovo allenatore, senza un tiro decente da parte di un attaccante (tanto che l'occasione migliore capita a Ranieri, l'unico a metterci davvero l'anima). Caro Colantuono, non solo non ci convincono le risposte che ha fornito in conferenza stampa. Più che quello che dice, però, ci preoccupa quello che lei non dice, rispondendo a domande lecite con risposte pre-confezionate, anziché prendere posizione in maniera decisa, esponendosi magari. Da un tipo sanguigno come lei, almeno questo ce lo saremmo aspettato. E invece niente.

Se non se ne fosse accorto, le forniamo un memo: la Salernitana è ultima in classifica, sta retrocedendo in Serie B col peggior attacco e la peggior difesa della categoria, rischia di essere estromessa dal campionato se non verrà venduta nel prossimo mese e, se non arriverà una società solida in tempi strettissimi, difficilmente potrà effettuare i robusti interventi sul mercato di cui pure questa squadra ha assoluto bisogno.

P.s. da quando lei è tornato in panchina, la media punti dei granata è inferiore rispetto a quella fatta registrare dal suo predecessore. Ma lei, mi raccomando, eviti di mettere pressione alla squadra, torni sereno a stendersi in silenzio, con le braccia conserte e le gambe accavallate. Alla Salernitana ci penserà chi ci ha sempre pensato, i tifosi! Ieri, oggi, sempre…

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