Aumentano i prezzi, diminuisce la qualità della vita

Ivano Montano

Non si tratta più di scegliere tra balocchi e profumi, quelli sono altri tempi in cui due lussi erano troppi. Oggi, la scelta è tra generi di prima necessità, perché quelle bollette che continuano a lievitare come panetti di pizza bisogna pur pagarle. Secondo alcune stime, le spese cosiddette “obbligate” delle famiglie italiane continuano ad aumentare, tanto che, a fronte di una spesa mensile media pari a 2.016 euro, 1.202 euro l’anno scorso sono stati “assorbiti” dagli acquisti obbligati: di cui 265 euro per benzina-gasolio e spese su mezzi pubblici; 425 euro per la manutenzione della casa e per le bollette di luce-gas-spese condominiali e, infine, 511 euro per il cibo e le bevande. A causa del rincaro dei prezzi registrato l’anno scorso, rispetto al 2021 si ipotizza che l’incidenza di questa tipologia di spesa sia cresciuta di 3,8 punti percentuali. In definitiva, l’inflazione ci porta in dote una spesa diversa: portiamo a casa meno beni e gran parte dello stipendio lo investiamo per unicamente “vivere” e per recarci/tornare dal luogo di lavoro, per tutto il resto – dallo svago in poi, passando per l’istruzione, la sanità e la cura della persona – restano pochi spiccioli.

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