Un altro sabato da dimenticare per il calcio giovanile. E per chi crede ancora che lo sport debba educare. Finale Under 13 al “Centro Sportivo Milone” di Sarno tra Assocalcio e Azzurra Fatima: si gioca il primo posto, l’agonismo è alto, ma a sette minuti dalla fine accade l’impensabile. Un genitore della squadra ospite, l’Azzurra, scavalca le barriere ed entra in campo, urlando e minacciando arbitro, organizzatori e persino alcuni piccoli calciatori. La partita è sul 2-1 per i padroni di casa, ma dopo il caos – documentato da alcuni video – l’arbitro assegna un rigore molto discusso agli ospiti. È il pareggio. Si va ai rigori, e l’Azzurra vince. Ma a perdere è soprattutto il senso del gioco. «Non è questo ciò che dobbiamo insegnare ai nostri figli», denuncia il padre di un atleta dell’Assocalcio. Ora si chiede una decisione esemplare: sconfitta a tavolino per la squadra responsabile, e una norma chiara che richiami le società alla responsabilità sui comportamenti dei propri accompagnatori. Il messaggio è semplice: il calcio non è prevaricazione. E chi lo trasforma in rissa, deve pagare. Educare passa anche da qui.
Calcio giovanile, genitore invade il campo e minaccia tutti
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