Campania, la più grande pattumiera d’Italia

Il giro d’affari dell’ecomafie in Campania frutta 4 miliardi di euro. 77 clan gestiscono un sistema che controlla tutto, dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dall’abusivismo edilizio alla gestione truccata di appalti, anche nel settore agronomo ed archeologico. Questo è quanto emerge dal “Rapporto ecomafie 2009”, l’annuale dossier di Legambiente sui fenomeni di illegalità ambientale. La capitale del traffico illecito di rifiuti continua ad essere la Campania. Secondo i dati della Guardia di Finanza nel solo 2008 sono state individuate 1035 discariche abusive. Si stima che negli ultimi tre anni siano stati smaltiti illegalmente nella nostra regione oltre 13 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi. La Campania è divenuta la più grande pattumiera d’Italia. In Campania si continua a fare soldi sui rifiuti sotto la regia della camorra, capace di sfruttare le situazioni di emergenza e di rispondere, in tempi brevi, a qualsiasi richiesta di smaltimento, ovviamente nel più assoluto disprezzo delle regole. Il business del cemento in Campania si posiziona come seconda emergenza ambientale, subito dopo lo smaltimento dei rifiuti. Sono oltre 6000 le costruzioni abusive realizzate nel 2008. Cifra che non tiene conto delle centinaia di piccoli abusi edilizi realizzati nei quartieri popolari. Si tratta di 1.267 infrazioni accertate a di oltre 1.600 persone denunciate. Allarme anche per le località di prestigio per il turismo campano. La Costiera amalfitana e quella cilentana sono invase dalla cementificazione selvaggia.Drammatica la situazione dell’Agro Sarnese-Nocerino. Degli oltre 300 mila metri quadrati di territorio, un tempo destinati all’agricoltura, sono oggi invasi da cementificazioni abusive che occupano un’area di 158 chilometri quadrati. Il 10% della popolazione dei comuni tra Angri e Roccapiemonte è stata denunciata per abusivismo, ma delle circa 3.500 ordinanze di demolizione decise dalla procura, solo 42 sono state effettivamente eseguite.