“Regolarità, trasparenza, correttezza.” Sono le parole chiave ripetute con convinzione da chi gestisce il calcio italiano. Ma nella lunga lista dei principi evocati, ne manca uno fondamentale: la coerenza. Coerenza nel sanzionare un club solo dopo aver accertato eventuali violazioni, non prima. Coerenza nel non sospendere i play-out a poche ore dal fischio d’inizio, quando squadre, tifosi e intere città erano già pronte al confronto sul campo. Coerenza nel rispettare chi paga, chi partecipa, chi aspetta risposte. Nel caso Brescia, si parla di una linea tracciata dalla Lega B, sostenuta dal Consiglio Federale guidato da Gabriele Gravina, e applicata con presunto “senso di responsabilità”. Ma se davvero il sistema funziona così bene, perché non si spiegano con chiarezza i meccanismi dei controlli Covisoc? Perché ci si muove solo quando le stagioni stanno per finire e gli effetti delle decisioni possono stravolgere interi campionati? In questa vicenda, anche il ruolo del Ministro dello Sport Andrea Abodi assume rilievo. Da ex dirigente sportivo conosce bene dinamiche e criticità del sistema, e proprio per questo ci si aspetta una riflessione più profonda sulle ripercussioni di provvedimenti tardivi e confusi. La credibilità delle istituzioni sportive passa anche da qui: dalla capacità di decidere con chiarezza, tempestività e trasparenza. A riportare il dibattito su un piano concreto è Aniello Salzano, ex sindaco di Salerno, che affida al Mattino un appello accorato: “Giugno sarà un mese di battaglie, dentro e fuori dai campi. È il risultato di scelte affrettate e poco ragionate. I play-out dovevano essere tra Salernitana e Frosinone, come decretato dal campo. Invece si è scelto di complicare tutto. E ora tocca a noi difendere la città.” Poi il richiamo forte alla politica locale: “Sindaco, presidente della Regione, rappresentanti del governo e del Parlamento: è il momento di intervenire. Salerno non può essere ancora una volta penalizzata da logiche che sfuggono alla comprensione. Serve unità, coraggio e impegno per tutelare i suoi diritti sportivi.” In un calcio che spesso inciampa in se stesso, resta il compito – e il dovere – di chi rappresenta le istituzioni e le comunità: ristabilire ordine, garantire giustizia, proteggere la dignità delle città e dei tifosi.
Dalla Figc alla Lega B fino al Ministero dello Sport: tante parole, poche certezze
Caos play-out, il calcio “coerente” dimentica la logica
Aniello Salzano chiama a raccolta la politica salernitana
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