Confindustria: cresce rischio stagnazione, consumi frenano

Francesca De Simone

Aumenta il rischio di stagnazione per l’economia: a fine anno l’industria è in calo, le costruzioni hanno smesso di trainare, tengono solo i servizi. L’inflazione ai livelli massimi e persistente frenerà i consumi, che finora sono stati sostenuti dall’extra-risparmio accumulato, mentre il rialzo dei tassi scoraggia gli investimenti e “zavorra” i bilanci delle imprese. E’ quanto indica il Centro studi di Confindustria, evidenziando tra l’altro come a pesare siano l’incertezza sulle prospettive e il caro-energia, che potrebbe assorbire ulteriore extra-risparmio, riducendo l’impulso sui consumi e “accelerando” la stagnazione. Il crollo dei consumi dal 2020, forzato dalle restrizioni anti-Covid, ha generato un aumento “senza precedenti” del risparmio delle famiglie. Tra il primo trimestre 2020 e il secondo trimestre 2022 si calcola un ammontare di extra-risparmio accumulato in Italia di circa 126 miliardi di euro (7% del Pil). L’ammontare di tali risorse è in linea con la media dell’Eurozona, ma inferiore rispetto a quanto registrato negli Usa, dove ha raggiunto il 12% del Pil, favorito anche da sostegni pandemici molto generosi. Tuttavia le risorse che potranno alimentare i consumi sono, di fatto, molto minori e per tre motivi, spiega il Csc: sono distribuite in maniera diseguale, accumulate maggiormente dalle famiglie ad alto reddito; sono state in parte investite e sono erose dall’inflazione. Complessivamente, si stima una perdita di potere d’acquisto di circa 13 miliardi di euro rispetto al totale dell’extra-risparmio.

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