Frode fiscale nel Salernitano, attraverso due associazioni criminali dell’Agro

Contrabbando di gasolio: maxi sequestro da 128 milioni di euro

La Guardia di Finanza è all’opera in diverse province italiane: oltre quaranta perquisizioni effettuate
Francesca De Simone

Sequestrati beni per oltre 128 milioni di euro nei confronti di varie persone indagate e società coinvolte in gravi frodi fiscali connesse al contrabbando internazionale di prodotti petroliferi: all'opera, fin dalle prime luci dell'alba, oltre 200 militari della Guardia di Finanza, impegnati in circa 40 perquisizioni in varie province, da quella di Salerno, passando per quelle di Napoli, Potenza, Roma, Chieti, L'Aquila, Mantova e Milano. L'indagine fa capo alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, diretta da Antonio Centore. Le attività del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Salerno, coordinate dal sostituto Roberto Lenza, hanno consentito di ricostruire i movimenti di due distinte associazioni criminali dell'Agro, dedite alla commercializzazione di carburante adulterato, importato da diversi Paesi esteri, eludendo il pagamento delle imposte.

Già nel 2018 i finanzieri avevano sequestrato 13 autocisterne e 500mila litri di prodotto petrolifero di contrabbando ed arrestato in flagranza quattro persone. Il Gip del Tribunale di Nocera ha disposto i domiciliari nei confronti di altri quattro promotori ed organizzatori di una delle due associazioni ed emesso nei confronti di 32 società misure cautelari per 128 milioni di euro pari all'ammontare delle imposte evase. A seguito delle perquisizioni, sono stati sequestrati, nelle varie province coinvolte, 27 veicoli usati per il trasporto di carburanti, quote societarie, i compendi aziendali di 9 imprese (7 italiane e 2 estere), 2 depositi commerciali, 10 impianti di distribuzione, un'imbarcazione di lusso. Gli accertamenti erano iniziati nel 2017 a seguito di alcune anomalie emerse su un traffico di carburante dall'Europa dell'Est.

Inoltre, sul piano cartolare è emerso un articolato percorso dalla Slovenia all'hinterland milanese. Da qui il carburante veniva immesso in consumo attraverso distributori all'ingrosso o pompe bianche, gestite da membri delle associazioni o comunque da società clienti. Il traffico ha portato ad un ingente movimento di denaro: in un biennio sono stati effettuati investimenti e depositi per oltre tre milioni di euro. Le auto di lusso intestate a società estere sono un esempio dell'accumulo di ricchezze ostentato dagli indagati. Nonostante le difficoltà relative al carattere transnazionale dei reati, le indagini hanno consentito di delineare un grave quadro indiziario a carico di ben 59 indagati e di arginare un fenomeno illecito fortemente distorsivo degli equilibri concorrenziali del mercato dei carburanti.

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