Dal Cilento alla Costiera Amalfitana spiagge più care

Francesca De Simone

Rincari del 10-15% con punte del 20% nelle aree dove le tariffe erano maggiormente contenute. Sono i numeri del ‘caro spiagge’ sul lungo litorale della Campania, 480 km di costa lungo i quali si alternano le ampie spiagge sabbiose del litorale domizio e della zona flegrea, i lidi di Posillipo e quelli esclusivi della Penisola sorrentino-amalfitana, fino al variegato paesaggio cilentano. Contesti e costi differenti, ma gli aumenti che si registrano nella stagione turistica ormai iniziata sono simili in tutta la regione. “Aumenti compatibili con quello dei prezzi”, – spiega il presidente del Sib Confcommercio Campania, Marcello Giocondo. “Sono aumentati la manodopera, la corrente ed il gasolio, che per i balneari è necessario perché ogni mattina le spiagge vengono pulite con mezzi meccanici” – aggiunge. Passando in rassegna i diversi scenari, compresa la Costiera Amalfitana ed il Cilento, Giocondo spiega: “Si tratta di zone che vivono di un turismo pregiato, fatto anche di turisti dall’estero e ad alto reddito. Ci sono grosse strutture ricettive e questo porta con sé dei costi di servizio e spiagge più elevati”. Dal Sib Campania viene specificato anche che l’atteggiamento sarà diversificato: ci saranno strutture che conserveranno gli stessi prezzi dell’anno scorso nelle località più importanti, perché praticavano già prezzi abbastanza alti negli anni scorsi, mentre nelle realtà che vivono di un turismo più locale i prezzi aumenteranno di un 10-15%. E’ il caso, ad esempio, di Capaccio-Paestum, mentre in alcune zone della Costiera Amalfitana i prezzi resteranno invariati. C’è, inoltre, da considerare che, in attesa dell’ingresso in piena alta stagione, i balneari della Campania fanno i conti pure con il calo di rendimento dato da mesi primaverili particolarmente sfortunati sul fronte meteo: “Abbiamo perso aprile e maggio – ha aggiunto Giocondo – e tutti i ponti che si sono susseguiti sono stati caratterizzati dal cattivo tempo. Parliamo di un meno 50-60% di presenze rispetto all’anno scorso: una grossa penalizzazione che dovrebbe far riflettere i nostri amministratori a livello regionale e dello Stato”.

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