Coldiretti Campania continua con la sua protesta,

Falso made in Italy, prosegue la battaglia di Coldiretti

Ieri il concentrato di pomodoro cinese è stato “scortato” all’azienda conserviera di Sarno
Francesca De Simone

Alcuni dei 44 container di concentrato di Pomodoro cinese arrivato nei giorni scorsi al porto di Salerno sono stati consegnati all’azienda conserviera di Sarno per essere trasformato in un prodotto Made in Italy. Nuovo capitolo della protesta degli agricoltori Coldiretti della Campania che mantengono alta l’attenzione sul falso made in Italy. Ancora una volta un prodotto che arriva dalla lontana Cina finisce sugli scaffali con la bandiera tricolore solo perché la legge consente di considerare “italiano” un prodotto anche se solo l’ultima parte della lavorazione avviene in un’azienda locale. Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti parla di furto di valore e di identità. «Il pomodoro importato dalla Cina – afferma –  non ha le stesse caratteristiche e gli stessi standard di sicurezza italiani oltre che le stesse garanzie relative a corrette politiche di lavoro ed agricole. Le nostre imprese non possono vivere questa concorrenza sleale». Una “filiera” inaccettabile per il presidente di Coldiretti Campania Ettore Bellelli: «Il pomodoro concentrato cinese con una semplice lavorazione diventa italiano – ribadisce –  una cosa che non possiamo accettare, siamo qui perché cambino le regole sul codice doganale. In etichetta si deve prevedere l’origine della materia prima a salvaguardia del made in Italy”. Per il direttore di Coldiretti Salerno, Vincenzo Tropiano, si tratta di “un doppio danno: di valore e di immagine”. «Ma anche un inganno – dichiara-  per quei consumatori stranieri che li vedono arrivare sulla loro tavola e li identificano come italiani. Del resto lo stesso capita al nostro pomodoro San Marzano che nasce in pochi ettari e che, a causa dei falsi, viene trovato praticamente in tutto il mondo».

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