L'accusa è di omicidio premeditato

Femminicidio di Pontecagnano, lunedì si pronuncia il riesame

Ludico e freddo anche nella fuga, Alfredo Erra non ha perso la ragione neanche dopo aver ucciso la sua ex compagna Anna Borsa
Simona Cataldo

Ludico e freddo anche nella fuga, Alfredo Erra non ha perso la ragione neanche dopo aver ucciso la sua ex compagna Anna Borsa

Non un raptus di gelosia e neanche il gesto di un pazzo, ma un omicidio studiato in ogni dettaglio. Omicidio premeditato è l'accusa, che nero su bianco, la Procura di Salerno muove nei confronti del 42enne di Pontecagnano che, lo scorso 1marzo, con un solo colpo di pistola, sparato a distanza ravvicinata, ha ucciso, nel salone di parrucchiere di via Tevere, la sua ex fidanzata, Anna Borsa. Omicidio premeditato è la condanna che chiedono per lui i genitori ed il fratello della trentenne.

Alfredo Erra quel martedì mattina ha iniziato ad importunare la sua ex non appena lei ha aperto il salone di parrucchiere in via Tevere. L'orologio segnava le otto. Con insistenza le chiedeva di andare fuori e scattare per lui una foto, prima di partire per Milano e non farsi vedere mai più.Una richiesta ripetuta per oltre mezz'ora mentre entrava e usciva dal salone. Una richiesta non esaudita dalla trentenne che non ha ceduto e non lo ha mai raggiunto fuori. Alfredo Erra ha smesso di insistere quando ha capito che lei non lo avrebbe accontentato, allora ha finto di allontanarsi per poi tornare e farsi aprire per un ultimo saluto.

«Dimmi se hai un altro, tanto vado via, a Milano» le ha detto. «Non c'è nessuno, smettila!» ha risposto lei. «Scusami» è stata l'ultima parola pronunciata da Erra, prima di puntare la pistola e sparare alla donna che diceva di amare.

La stessa pistola se l'è puntata contro. Un solo colpo e poi si è buttato a terra. Il primo ad entrare è stato un amico di Anna, Alessandro Caccavale. Non appena lo ha visto Erra si è rialzato ed ha sparato ancora 3-4 colpi, ferendolo al torace. Abbandonata la pistola nel salone, è iniziata la sua fuga. Con lucidità, Erra ha raggiunto l'azienda dove lavorava, a Fuorni, ha lasciato l'auto che aveva utilizzato ed anche un telefono. Poi si è incamminato e a pochi passi dal carcere ha buttato via anche l'altro cellulare, per evitare di farsi rintracciare dalle forze dell'ordine che avevano già avviato le ricerche. Una fuga disperata durante la quale non ha mai perso la ragione.

Intanto sabato mattina, come chiesto dal suo legale, è fissato il riesame.

Leggi anche

Adblock Detected

Please support us by disabling your AdBlocker extension from your browsers for our website.