Lunga molto più della battaglia di Verdun, quella sulle Fonderie Pisano, annosa vicenda peraltro destinata ad altri capitoli. Due problemi in uno: quello dell’ambiente e della salute pubblica da difendere e quello relativo ad una delle storiche industrie salernitane da tutelare, lavoratori compresi. La querelle è tornata in auge dopo la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha condannato lo Stato Italiano per aver violato il diritto al rispetto della vita privata, sulla base del ricorso inoltrato da 153 cittadini per i danni subiti dalla vicinanza con lo stabilimento di Fratte. Ora, si accelera: preso atto che nessuno, tra i comuni del salernitano, è pronto ad ospitare il nuovo opificio, tantomeno Buccino, la cui area industriale era stata individuata quale location ideale, l’unica via percorribile parrebbe quella di delocalizzare le Fonderie nella zona industriale di Salerno, a patto che vengano rispettati i canoni prefigurati in termini di innovazione tecnologica e sostenibilità. In tal caso, a Palazzo di Città nessuno opporrebbe resistenza. Il dubbio resta ed è legato a come potrebbero reagire i cittadini della zona.
Accelerata per la delocalizzazione della storica industria salernitana
Fonderie Pisano: da Fratte alla zona industriale di Salerno?
L'unica via percorribile, delocalizzare le Fonderie nella zona industriale di Salerno, a patto che vengano rispettati i canoni di sostenibilità
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