Frode fiscale, 9 indagati e sequestro di 136 milioni di euro

Simona Cataldo

Nove persone colpite da misure cautelari, 82 indagati e sequestro di beni per circa 136 milioni di euro. Sono questi i risultati dall’attività investigativa condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno e dalle Compagnie Guardia di Finanza di Scafati e Nocera Inferiore sotto il coordinamento della Procura di Nocera Inferiore. Le indagini hanno riguardato i promotori e gli organizzatori di un presunto sodalizio criminale con centro operativo a Castel San Giorgio che, attraverso la gestione di 12 società di capitali, avrebbe messo in piedi, dal 2017 al 2020, una “frode carosello” riguardante la vendita di carburante. Dagli accertamenti, accusa la Procura, è emerso che nelle scritture contabili delle società coinvolte vi erano fatture per operazioni soggettivamente inesistenti per un importo superiore ai 900 milioni di euro, con una sottrazione al pagamento dell’imposta sul valore aggiunto di oltre 160 milioni di euro. Secondo l’accusa, partendo da società romane titolari di depositi fiscali di prodotti petroliferi, il carburante, giungeva a due società dell’ agro-nocerino-sarnese, di cui una nota per essere tra le cinque maggiori in Italia per distribuzione di prodotti energetici, e poi finiva in commercio. Le società “cartiere”, nell’interporsi tra il deposito fiscale e gli operatori salemitani, non avrebbero versato le imposte dovute sulle cessioni, consentendo a quest’ultimi di detrarsi indebitamente l’IVA e praticare conseguentemente prezzi inferiori a quelli di mercato, con un evidente effetto distorsivo della concorrenza. Contestualmente, sarebbero state rilevate diverse condotte finalizzate a riciclare gli illeciti capitali accumulati, attraverso vorticosi trasferimenti di flussi finanziari. Diversi, quindi, sono i reati contestati agli indagati. In carcere è finito un 35enne. Per altre quattro persone sono statedisposti gli arresti domiciliari, con divieto di dimora nelle province di Avellino e Salerno, per altre quattro, invece, il divieto di dimora nel comune di Roma.

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