Una storia di sofferenza, coraggio e straordinaria solidarietà si è intrecciata nei corridoi dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. Protagonista è una bambina di 12 anni, di origini iraniane e curde, giunta in Italia dopo un viaggio drammatico: nove giorni chiusa in un container, insieme ad altri uomini, donne e bambini, prima di essere soccorsa al porto di Salerno.
Disabile dalla nascita, la piccola è stata immediatamente ricoverata nel reparto di Pediatria, dove ha trovato non solo cure mediche, ma anche l’affetto e il sostegno di un’intera comunità.
Tra gli episodi più commoventi, il ritrovamento di una giacca al Pronto Soccorso, contenente 2.000 euro. «Pensavamo fosse della madre della bambina – ha spiegato Andrea Spinillo, vice coordinatore del Nursind – ma apparteneva a un’altra persona che aveva viaggiato nel container. Quella persona aveva ceduto la giacca alla bambina per riscaldarla, senza sapere che conteneva i suoi ultimi risparmi. Quando è stata rintracciata e il denaro restituito, l’emozione è stata indescrivibile. Non erano solo soldi, ma un pezzo della dignità di quella persona».
La vicenda ha innescato un’ondata di solidarietà. In poche ore, cittadini e parrocchie si sono mobilitati per raccogliere vestiti e beni di prima necessità per la bambina e sua madre. «È stato un gesto spontaneo, ma pieno di significato – ha sottolineato Spinillo –. La comunità ha dimostrato che, nei momenti di bisogno, sa rispondere con un cuore grande».
Biagio Tomasco, segretario generale del Nursind di Salerno ha concluso con una riflessione che supera il singolo episodio: «Dietro ogni volto c’è una storia di dolore, ma anche di speranza. La sanità non è solo cura del corpo, ma anche accoglienza e rispetto per la dignità di ogni vita umana. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa pagina di umanità. Nei momenti più difficili, la solidarietà è davvero ciò che fa la differenza».