La fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina alle 18,07, il boato dei tantissimi fedeli che avevano affollato Piazza San Pietro. Dal fragore popolare al trepidante brusio, in quei lunghi minuti di attesa, per conoscere il successore di Francesco, mentre il resto del mondo era incollato alla TV o ai cellulari per conoscere il nuovo Pastore. Poi, l’annuncio e le prime parole di Papa Prevost, da ieri per tutti Papa Leone XIV, il 267° Pontefice della Chiesa universale proclamato al quarto scrutinio dai 133 Cardinali riuniti in Conclave. E’ il primo Papa americano, nonchè il primo “Agostiniano” della storia. Le sue prime parole segnano da subito il solco da seguire, quello già tracciato da Bergoglio: la pace, quale unica speranza per l’umanità. La Chiesa, dunque, sceglie la linea della continuità senza esitazioni, in quel cammino tortuoso e sofferto verso il disarmo, verso la civile e armoniosa convivenza tra i popoli. Robert Francis Prevost prima ancora che un Papa è un uomo che ha scelto, per vocazione, di stare dalla parte degli ultimi e con la gente, un uomo di Fede e umile servitore che ha sempre badato alla sostanza più che all’apparenza, lontano dai riflettori e dalle polemiche ha sempre detto di considerarsi ancora un missionario, avendo scelto, fin dal primo momento, di andare ad annunciare il Vangelo nel mondo. “Il Vescovo é un pastore vicino al popolo, non un manager”, un concetto che Papa Leone ripeteva spesso e che dice tanto sullo spessore umano e spirituale del nuovo Pontefice che stamattina ha celebrato la sua prima funzione nella Cappella Sistina alla presenza dei cardinali.
La fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina alle 18,07, il boato dei tantissimi fedeli che avevano affollato Piazza San Pietro
Habemus Papam: Leone XIV, il pastore missionario
Robert Francis Prevost prima ancora che un Papa è un uomo che ha scelto, per vocazione, di stare dalla parte degli ultimi e con la gente
44
articolo precedente