Il porto di Salerno di nuovo nelle rotte dei narcos

Francesca De Simone

Avrebbe fruttato alle organizzazioni criminali quaranta milioni di euro circa il carico di cocaina da 219 chilogrammi, sequestrato, ieri, al Porto di Salerno dalla Guardia di Finanza. Lo scalo salernitano finisce ancora una volta al centro dei traffici dei narcos: l’ingente quantitativo di droga, stavolta, era partito dall’Ecuador. Gli investigatori hanno seguito la rotta del cargo che, giunto in Italia, ha fatto scalo prima a Vado Ligure e poi a Civitavecchia, per approdare, infine, a Salerno. La cocaina era stata distribuita nelle casse di banane, dove erano stati collocati 171 chili divisi in 150 panetti, e nei vani esterni dei motori refrigeratori di un altro container che, di chilogrammi, ne conteneva 47 in 40 panetti. Il blitz dei finanzieri e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è frutto di un rapporto di cooperazione tra forze di polizia a livello internazionale e finalizzato ai controlli su tutti i container provenienti dal Sud America, contenenti banane. E’ stato un duro colpo quello arrivato ieri per le organizzazioni criminali. Salerno si conferma sempre più “meta” preferita dai trafficanti sudamericani e non solo. Dall’inizio dell’anno sono già stati sequestrati 500 chili di cocaina e tra ottobre e luglio 2022 altri 79 chili di stupefacenti. Negli ultimi anni, in particolare nell’estate del 2020, però, nel Porto di Salerno, sono pure arrivate e, puntualmente, rintracciate anche quattordici tonnellate di Captagon, le pasticche prodotte in Siria dall’Isis per finanziare i terroristi: erano nascoste sia in cilindri di carta multistrato – in modo da ingannare lo scanner – che all’interno degli ingranaggi di quattro macchine industriali.

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