Spinaci scomparsi sia dalle tavole dei consumatori sia dai mercati all'ingrosso

Intossicazione da mandragora, resta da capire cosa sia successo

Nel passaggio intermedio tra produzione e vendita potrebbe essere avvenuto l'inquinamento
Francesca Salemme

E' stabile, ma avrebbe ancora problemi respiratori, l'uomo di 44 anni ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Giugliano dopo l'intossicazione da mandragora che ha portato al ricovero, di 10 persone nella zona flegrea. Secondo fonti dell'Asl avrà bisogno di ventilazione assistita per almeno altri 4 giorni. Dovrebbe essere invece dimesso a breve l'86enne ricoverato a Pozzuoli.
Intanto, mentre nel Centro agroalimentare di Volla sono stati distrutti i 7 bancali di spinaci sequestrati e “sotto accusa”, in tutta la regione sono scattati prima l'allarme e poi la psicosi sugli spinaci.
La verdura resa celebre da Braccio di ferro, è scomparsa sia dalle tavole dei consumatori sia dai mercati all'ingrosso dopo che agli intossicati della zona flegrea, si sono aggiunti altri due casi sospetti a Marcianise: un uomo di 35 anni e una donna di 28, che si sono presentati in ospedale per esserne rassicurati. Inevitabile l'invito, in attesa di capire a fondo la situazione, a sostituire i prodotti freschi e sfusi con quelli imbustati e congelati.
Restano ancora aperti, poi, gli interrogativi su come sia stato possibile che un'erba che provoca avvelenamento e allucinazioni, ispiratrice di una celebre commedia di Nicolò Machiavelli e citata in molti racconti di Harry Potter, si sia confusa in fascetti di innocui spinaci. Tra produzione (nella zona di Avezzano) e vendita, c'è stato un passaggio intermedio che riguarda l'assemblaggio degli spinaci dove potrebbe essere avvenuto l'inquinamento pericoloso. Altra ipotesi è l'uso di sostanze chimiche nella coltivazione su cui, però, interviene dall'Abruzzo arriva la smentita delle associazioni di produttori.

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