Necessario puntare su tecnologie quali la digestione anaerobica e l'agrivoltaico

Legambiente: modello agricolo campano da ripensare

A supporto delle nuove tecnologie, lo stanziamento previsto dal PNRR pari a 1,1 miliardi di euro
Ivano Montano

I settori agricoli e zootecnici campani contribuiscono fortemente al primato economico dell’Italia nella UE che, secondo le stime preliminari dell’ISTAT, ammonta ad un valore aggiunto di oltre 42 miliardi di euro nel 2024. Numeri importanti, minacciati però non solo dagli eventi estremi, ma anche dall’aumento dei fattori di produzione, a partire dal costo dell’energia. Rafforzare la sinergia tra comparto agricolo e quello energetico è la vera sfida da intraprendere. Tra le tecnologie disponibili – secondo quanto emerso dal Forum Agri-Energia di Legambiente Campania – la digestione anaerobica rappresenta un processo di trattamento dei reflui zootecnici dagli innegabili vantaggi ambientali, perché capace di garantire la riduzione delle emissioni di gas serra, il contenimento degli odori sgradevoli, la diminuzione della carica patogena e la valorizzazione dei nutrienti presenti nel digestato come fertilizzanti.  Anche l’agrivoltaico rappresenta una palestra per l’innovazione del settore agricolo. L’installazione di pannelli sollevati da terra permette di mantenere le coltivazioni, proteggendole dall’eccesso di calore e riducendo l’evaporazione dell’acqua, un aspetto cruciale per territori soggetti a siccità. Allo stesso tempo, l’agrivoltaico consente di diversificare il reddito delle aziende agricole, garantendo una fonte di entrate aggiuntiva attraverso la produzione di energia rinnovabile. A supporto di questa tecnologia  lo stanziamento previsto dal PNRR pari a 1,1 miliardi di euro.

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