Legge di bilancio: una “mannaia” sulla scuola nostrana

Ivano Montano

Banchi di nebbia all’orizzonte, per la nostra scuola, per le generazioni che verranno. Nubi che non sono mai andate via dal covid in poi, con l’istruzione che è passata sotto le forche caudine delle lezioni da remoto e altre iniziative – alcune addirittura pittoresche, come i famosi banchi a rotelle -, perdendo alunni per strada, sensibilmente e progressivamente. Un vero e proprio svuotamento delle aule soprattutto nell’entroterra, dove nulla è stato fatto per risolvere il problema, che evidentemente a livello di voti vale meno di una sagra paesana. Poi ci si mette chi ruba ai poveri per dare ai ricchi, e non è vittimismo ma una realtà supportata dai numeri: il dimensionamento scolastico governativo arriva da Roma come un ciclone, pronto a spazzare via centinaia di istituti scolastici, disperdendo migliaia di alunni e anche di docenti, presidi, bidelli. In due anni saranno tagliati 120 istituti in Campania ed è proprio la provincia di Salerno quella che rischia di pagare il dazio più pesante, Nel volgere di un anno si passerà dalle 195 autonomie scolastiche di oggi, a 154. Scuole che sono palestre di vita e cultura, ma anche irrinunciabili presidi di legalità, soprattutto in una regione, la Campania, in cui c’è un Presidente che si è inventato di tutto pur di tenere le aule aperte anche di pomeriggio, con quel programma “Scuola Viva” nato proprio per rafforzare le reti tra scuole e territorio sperimentando modelli didattici innovativi e fornendo misure di orientamento, sostegno e sviluppo di competenze professionali agli studenti che vivono in quartieri considerati maggiormente a rischio. Pronto il ricorso da parte della Regione Campania, un’altra battaglia di civiltà da portare avanti e da vincere. Per il bene dei nostri giovani e dei nostri territori.

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