E anche l'inchiesta della Procura sullo stato del natante e sulle responsabilità degli altri due giovani

Manuel, le ricerche non si fermano

Ogni qual volta il sonar rileva qualcosa di voluminoso, si immergono i sommozzatori
Francesca Salemme

Aspettano ancora i genitori, i fratelli e gli amici di Manuel Cientanni. Aspettano che il mare restituisca loro il corpo del giovane disperso da lunedì pomeriggio nello specchio d’acqua tra Cetara ed Erchie che, ormai da sei giorni Guardia Costiera, Vigili del fuoco e Protezione Civile, battono palmo a palmo, a bordo di diverse imbarcazioni. Sotto costa ci sono gli uomini della Protezione Civile, con un drone che non ha mai smesso di volare da Conca dei Marini a Vietri sul Mare. I Vigili del fuoco stanno utilizzano il Side scan sonar, lo strumento di ultima generazione giunto dal comando provinciale del corpo di Roma che permette di avere un più ampio e dettagliato raggio d’azione per il controllo del fondale marino. Ogni qual volta il sonar rileva qualcosa di voluminoso, si immergono i sommozzatori. Con il trascorrere dei giorni, l’ipotesi che le correnti possano aver allontanato e trascinato lontano il corpo del ventinovenne di Pontecagnano si fanno più concrete. Nel pomeriggio di ieri presso il comando della Capitaneria di Porto di Salerno l’ennesima riunione – con tutte le forze impegnate nelle ricerche – per definire il prosieguo delle attività che continueranno insieme alle indagini della Procura di Salerno sia per quanto riguarda la perizia tecnica dell’imbarcazione, sia per l’accertamento delle eventuali responsabilità degli altri due giovani presenti quel giorno: il 19enne originario del Marocco e il 33enne georgiano.

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