Intanto il fratello minore ha minacciato una futura "vendetta"

Marzia, il pm chiede incidente probatorio per Annamaria

La svolta decisiva alle indagini nel video col labiale della confessione
Francesca Salemme

Vendetta. Vendetta per aver parlato.

Questa la minaccia che Annamaria Vacchiano avrebbe ricevuto dal fratello minore (e minorenne) nel corso dell’interrogatorio di garanzia sostenuto dal quindicenne a Nisida davanti al gip minori.

Lo ha annotato Licia Vivaldi, pm titolare delle indagini sull’omicidio di Marzia Capezzuti (la 29enne milanese prima maltrattata e torturata dagli aguzzini con i quali viveva nella casa popolare di via Verdi di Pontecagnano Faiano, e poi uccisa in un rudere a Santa Tecla di Montecorvino Pugliano) nel richiedere l’esame della ventiduenne che ha impresso la svolta decisiva alle indagini, consegnando agli inquirenti il video col labiale della confessione del fratellino.

Secondo il pubblico ministero la ragazza – che è pure indagata nell’inchiesta per i prelievi di danaro dalla carta di credito della vittima – dovrebbe essere ascoltata in un incidente probatorio perché, finalmente libera da condizionamenti (madre, patrigno e fratello piccolo erano a piede libero l’1 luglio e l’8 ottobre del 2022, quando era stata già ascoltata dagli inquirenti), «potrebbe rivelare dettagli sul filmato, senza audio e «tradotto» da esperti periti, rivelando il contenuto integrale della conversazione».

La richiesta è stata notificata alla diretta interessata, agli arrestati, agli altri indagati Gennaro Merola e Gennaro, e ai familiari di Marzia.

Intanto è arrivato l’esito del test del Dna che confermerebbe che le ossa rinvenute il 25 ottobre scorso nel casolare sono di Marzia.

C’è da attendere ancora, invece, per gli esami istologici, cruciali per far chiarezza sul come la giovane sia morta: sono decisive le analisi sulla lesione dell’osso ioide, nel collo, tra il mento e la cartilagine della laringe, che potrebbero fornire la prova del nove dello strangolamento.

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