Cinque anni di dibattimento per mettere la parola fine all’inchiesta sugli assenteisti del Ruggi

“Non erano furbetti”

assolti perché il fatto non sussiste gli 83 imputati
Francesca Salemme

Il fatto non sussiste. Sono stati necessari cinque anni di dibattimento per mettere la parola fine all'inchiesta sugli assenteisti del Ruggi scoppiata nel settembre del 2015 quando venne alla luce un presunto sistema truffaldino nell'utilizzo dei badge. La sentenza che ha assolto 83 imputati è arrivata poco dopo le 13 di ieri con la lettura del dispositivo da parte della presidente Lucia Casale che ha dato ragione al collegio difensivo Gino Bove, Anna Sassano, Francesco Saverio Dambrosio, Paolo Carbone, Genserico Miniaci, Michele Tedesco, Michele Sarno, Vincenzo Tondino, Agata Bisogno, Michela Giella e Giovanni Del Grosso) dopo che il pubblico ministero aveva avanzato alcune richieste di condanna fino a 2 anni. Truffa ai danni dello Stato (per le quote di stipendio percepite nei momenti di assenza) e violazione della legge Brunetta sul pubblico impiego (che impone la timbratura del badge in entrata e in uscita dal luogo di lavoro), erano le ipotesi di reato contestate dal pubblico ministero Francesco Rotondo a tutti i dipendenti coinvolti nel processo e smontate nel corso del dibattimento nel corso del quale i legali degli imputati sono riusciti a dimostrare che la timbratura dei cartellini da parte di altri colleghi, era dovuta ad un fattore di comodità: uno, cioè, timbrava anche per gli altri ma non si trattava di un tentativo di coprire condotte assenteistiche, come hanno dimostrati i dati forniti dalla piattaforma Areas, un sistema informatico al quale i dipendenti accedono direttamente dal reparto e che ha dimostrato la presenza sul posto di lavoro dei dipendenti nei giorni e negli orari contestati dalla Procura. È morto infatti prima di ottenere giustizia e dopo aver seguito tutte le udienze nell'ultima si era presentato sulla sedia a rotelle il caposala e sindacalista di trincea Carmine De Chiaro licenziato nel 2015 dopo un procedimento disciplinare instaurato dall'Azienda ospedaliera e spentosi sabato scorso a 64 anni dopo aver lottato con un male incurabile… Quello definito ieri è il secondo filone dell'inchiesta: resta ancora da definire l'altro fascicolo, figlio del blitz denominato Just in time, la cui prossima udienza è prevista il 26 ottobre.

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