Nella terminologia scientifica si è tolta l'accezione ludica e resta quella patologica

Non più “Ludopatia”, ma “Disturbo da Gioco d’Azzardo”

Il boom (è un a dipendenza trasversale per età e ceto) è legato al gioco online, esploso durante la pandemia
Francesca Salemme

Sono oltre milleduecento i salernitani afflitti dal Disturbo da Gioco d’Azzardo che sono stati presi incarico dal Serd dell’Asl Salerno. Alla vigilia del “No gambling day”, la giornata istituita nel 2022 dalla Regione Campania e dedicata alla sensibilizzazione e alla consapevolezza sui rischi e i danni correlati al fenomeno del gioco d’azzardo

È notizia di queste ore che il Senato ha approvato un Decreto che prevede la soppressione dell’Osservatorio permanente per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo, strumento fondamentale per contrastare il diffondersi di questo fenomeno che adesso ormai non riguarda solo i casinò pubblici ma anche il web dove ormai le mafie ci mettono le mani e ci guadagnano a non finire. Al posto dell’Osservatorio, che era in capo al Ministero della Salute, nascerà una Consulta permanente dei giochi pubblici, ma sotto l’egida del Ministero dell’Economia. Si predilige, dunque, l’aspetto economico (milioni di euro) a scapito di quello patologico (milioni di persone).

Peraltro, non è possibile proibire il gioco, perché il suo volume è costante nel tempo. Al massimo si può spostare da un contesto a un altro, quindi dall’illegale al legale. Il divieto e il proibizionismo non hanno alcun effetto sui volumi di gioco. Attaccare il gioco legale e vietare la pubblicità ha effetti devastanti su tutti, giocatori, Erario, collettività, e questi soldi andranno all’illegale

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