Ospedale Fucito, a Baronissi confronto tra Cantone ed i rappresentati del territorio

Redazione

Un dibattito a più voci, un coro di no al ridimensionamento dell’ospedale di Mercato San Saverino ma anche un confronto a viso aperto su numeri e qualità dell’assistenza. Ieri sera, nell’aula consiliare del Comune di Baronissi, per iniziativa del sindaco Gianfranco Valiante, si è parlato del futuro del presidio ospedaliero “Fucito”, ormai parte integrante dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona. Il via alla discussione lo offre la relazione del consigliere delato alla sanità, Antonio Rocco, che ripercorre le ultime tappe della vicenda “Fucito”, tra tagli, sacrifici e prospettive di rilancio che inducono, nella replica, il direttore generale del Ruggi a spiegare che il nuovo atto aziendale non penalizza il presidio ospedaliero della valle dell’Irno, anzi. Perché se il commissario Polimeni voleva tagliare i posti letto, l’atto aziendale voluto dal direttore Nicola Cantone li ha invece recuperati (in tutto saranno 83). Di più: se la versione originale prevedeva la soppressione di endoscopia digestiva, nel nuovo atto aziendale quel reparto rimane ed è potenziato. Inoltre, sempre al Fucito ci saranno l’otorinolaringoiatria, la specialità maxillo-facciale, l’odontoiatria, completando il percorso delle discipline testa-collo. Senza contare i lavori infrastrutturali al presidio in corso o in fase di appalto. Ciò non vuol dire che non vi siano criticità: condivisibili sono le osservazioni fatte dai rappresentanti dei Comuni di Baronissi, Fisciano, Siano e Bracigliano sulla necessità di tutelare i territori, di rispondere ai fabbisogni di salute dei cittadini della Valle dell’Irno che vanno rispettati. Così come è da considerare la posizione dei sindacati che chiedono di non sacrificare i livelli essenziali d’assistenza sull’altare della ragioneria e dei conti economici e finanziari ma di pensare a come uscire dal piano di rientro rispettando l’esigenza di salute. Su questo, oltre al direttore Cantone sono stati i consiglieri regionali Amabile e Picarone a chiarire che va invertita la logica: non importa la quantità di posti letto quanto la qualità dei servizi offerti e delle prestazioni. Sull’integrazione ospedale-università, un ponte lo lancia il prof. Remondelli, dell’Università di Salerno, invitando tutti a remare nella stessa direzione.

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