Nel nord della provincia forte è l'influenza dei clan del Napoletano, a sud la situazione è più complessa

Per la Dia è in atto una colonizzazione criminale nel Valdiano

Alla criminalità locale si aggiungono le infiltrazioni della camorra napoletana e casertana e della 'ndrngheta
Francesca Salemme

Ancora una volta il rapporto semestrale della DIA presenta lo scenario criminale della provincia di Salerno con aspetti che mutano in ragione delle peculiarità geomorfologiche, economiche e sociali tipiche dei singoli contesti territoriali sui quali insistono i vari sodalizi locali, connessi o in concorrenza con gruppi criminali napoletani e casertani, nonché clan mafiosi calabresi e lucani.

Nel gennaio 2021 in un'indagine sulla cosca calabrese dei PISANO è emerso tra i reati contestati ad uno degli elementi della consorteria calabrese il favoreggiamento della latitanza in una struttura ricettiva di Battipaglia.

Nell'operazione "Petrolmafie" si è evidenziato come la cosca calabrese MANCUSO di Limbadi (Vibo), servendosi dell'opera di imprenditori di comodo abbia instaurato sinergie imprenditoriali con clan catanesi e campani infiltrandosi nel settore del commercio dei prodotti petroliferi realizzando articolate operazioni di contrabbando, approvvigionando anche dall'estero carburanti in regime di evasione fiscale e commerciandone altri di bassa qualità come prodotti idonei alla autotrazione. Tra i professionisti risultano coinvolti un commercialista di Nocera Inferiore ed un avvocato originario di Vallo della Lucania trasferitosi a Roma.

Le operazioni "Febbre oro nero" e "Shamar" del 12 aprile 2021 hanno documentato gli interessi della famiglia SCHIAVONE (cartello dei CASALESI) nell'area del Vallo di Diano ricostruendone le attività di riciclaggio nel commercio degli idrocarburi, nonché di gestione illecita con metodo mafioso di un processo di smaltimento di rifiuti speciali altamente pericolosi molti dei quali stoccati direttamente nell'area.

Per quanto riguarda segnatamente l'area della Valle di Diano il Procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, ha osservato che "c'è un colonialismo criminale del Vallo di Diano molto preoccupante perché questa terra fino a poco tempo fa era completamente libera da queste logiche".

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