Grido d’allarme dei locali, i ristori e i sussidi non bastano

Ristoranti aperti di sera e cene virtuali senza clienti

Tante attività hanno aderito alla protesta "Io apro solo in sicurezza"
Alessandro Ferro

Luci accese in una sera di zona gialla. Sono luci di speranza per le attività di ristorazione, colpite duramente dalle misure di contenimento della pandemia. Tra queste c'è la chiusura dei locali alle 18 che, per una sera, non è stata considerata per dare spazio ad un flash mob nel rispetto comunque delle norme sanitarie anti-contagio.

Ristoranti, pub, pizzerie e bar aperti ma mancava l'ingrediente principale, il cliente. All'interno dei locali c'erano solo proprietari e dipendenti, tranne quelli in cassa integrazione che in molti casi aspettano ancora i sussidi da mesi. Questa dell'Associazione commercianti per Salerno, aderendo all'iniziativa nazionale di Tutela nazionale imprese, è stata più che altro un'azione dimostrativa per mettere in evidenza che anche nelle attività di ristorazione è possibile rispettare la sicurezza così come nei negozi o negli uffici.

Tavoli apparecchiati per clienti inesistenti e cene virtuali per i ristoranti che chiedono maggiori ristori oppure la possibilità di essere aperti anche a cena così come a pranzo. Dentro e attorno le attività di ristorazione lavorano migliaia di persone tra dipendenti dei locali, fornitori, rappresentanti e corrieri, senza dimenticare tutte le altre figure che possono essere coinvolte come fiorai o fotografi.

C'è una pandemia e va superata con misure rigorose per tutelare la salute di tutti. Ma c'è anche una grave crisi economica che sta togliendo il fiato a tante famiglie e che rischia di vedere chiudere altre attività con la perdita di migliaia di posti di lavoro.

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