Un promemoria alza lo scontro tra istituzioni territoriali e Ministero della Salute

Sapri: punto nascita chiuso, nuovo capitolo

Il Ministero definisce insussistenti i presupposti per il riconoscimento della deroga richiesta dalla regione Campania e preme per la chiusura
Francesca Salemme

A meno di una settimana dall’udienza, prevista davanti al Tar Campania mercoledì 5 novembre, sulla vicenda del Punto nascita di Sapri, nuovo scontro tra istituzioni territoriali e Ministero della Salute. Ad alzare la temperatura un documento spuntato ieri durante il sit-in organizzato davanti al Comune di Sapri in vista della sentenza che potrebbe riaprire o chiudere definitivamente il punto nascita, al momento – lo ricordiamo – riaperto, temporaneamente, dai giudici dopo la presentazione di un ricorso da parte di 15 amministrazioni del Cilento, che hanno unito le proprie forze per tutelare il diritto alla salute dei propri cittadini. Si tratterebbe di un documento del Ministero, a firma del direttore generale Walter Bergamaschi, che risponde all’Avvocatura Distrettuale di Napoli per la propria difesa dinanzi al Tar in cui si definisce «contraddittorio» e «opportunistico» il comportamento della Regione Campania, che sperando di uscire dal piano di rientro prima ha decretato la chiusura del punto nascita e poi ne ha chiesto il mantenimento in deroga. Il Ministero definisce «insussistenti i presupposti per il riconoscimento della deroga richiesta»: secondo gli uffici di Lungotevere Ripa, non sarebbe intervenuta rispetto al 2018 nessuna variazione del disagio orografico del territorio, disagio mai riconosciuto dal Comitato Punti Nascita Nazionale. Riguardo al parametro dei 500 parti l’anno, poi, il Ministero consente deroghe solo in circostanze assolutamente eccezionali mentre la Regione Campania intenderebbe mantenere aperta la quasi totalità dei punti nascita sottosoglia. In attesa dell’udienza davanti ai giudici amministrativi, questo parere ministeriale, prodotto su richiesta dell’Avvocatura, turba, e non poco la piazza che ritiene quel  servizio vitale per l’intero comprensorio del basso Cilento, perché consente alle future madri di partorire in sicurezza vicino alle loro residenze e scongiurando i gravi disagi e pericoli legati a lunghi e rischiosi trasferimenti in altre strutture.

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