Sicurezza: risorse incerte

Redazione

Sulla questione sicurezza sono ancora troppi i balbettii del Governo, che promette risorse per sostenere il lavoro delle forze dell’ordine ma non specifica i tempi di un investimento non più differibile su una materia delicata al primo punto di ogni agenda politica. Nel decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri compaiono norme più severe per chi si macchia di violenze sessuali, elementi che dovrebbero rendere più certa la pena, la possibilità di istituire ronde volontarie costituite da cittadini o da ex militari. Insomma, misure dettate dalla situazione d’emergenza determinata dagli ultimi episodi di violenza, secondo alcuni estemporanee, ma un sicuro segnale di svolta rispetto al recente passato. Resta tutta, però, l’incertezza relativa ai soldi da impiegare nella nuova strategia per la sicurezza che prevede, tra l’altro, un piano straordinario di controllo del territorio per la copertura del quale il Governo ha ipotizzato l’assegnazione immediata al ministero dell’Interno delle risorse oggetto di confisca versate all’entrata in bilancio dello Stato fino a 100 milioni di euro. Le perplessità nascono da fatto che nella maggior parte dei casi occorrono anni prima che i beni confiscati alla malavita possano essere sbloccati e collocati sul mercato; in altre parole, ogni immobile confiscato ha un valore che può tradursi in liquidità solo dopo un lungo iter burocratico. Ragione per cui le risorse promesse dal Governo al momento sarebbero solo virtuali. Un dato sicuramente positivo è l’assunzione, prevista sempre dal decreto di ieri, di circa 2.500 unità di personale delle forze di polizia entro il 31 marzo.

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