Un anno dopo, un'altra tragedia con tre vittime

SS18, dove la morte è in agguato

Necessario mettere a fuoco le criticità di un'arteria insidiosa
Ivano Montano

Un anno dopo, un’altra tragedia. Stesso luogo – parliamo, di fatto, di una distanza di poche centinaia di metri – stesso pesantissimo bilancio di tre morti. Dove accadde un anno fa, nei pressi di una rotatoria, sul selciato ci sono ancora oggi i segni, sottoforma di frammenti di parabrezza, quasi a voler ricordare che da queste parti è il caso di guidare con la massima prudenza. Due incidenti mortali simili, a distanza di un anno, 3 anziani deceduti l’anno scorso, tre anziani morti sul colpo stavolta. Il fatalista si fermerebbe alla coincidenza, il pragmatico alla legge dei grandi numeri. Ma c’è bisogno di decisionisti, di qualcuno in grado di valutare con perizia quali sono i punti di criticità della statale 18, e ce ne sono: dalla scarsa illuminazione alle stradine adiacenti che vanno a confluire sull’arteria principale da cui spuntano spesso all’improvviso altre vetture, fino alla mancanza di una misura da applicare in modo urgente e perentorio per scoraggiare chi abitualmente sfreccia a tutta velocità manco si trovasse sul circuito di Monza. Questa è una strada pericolosa ed è meglio prenderne atto una volta per tutte, peraltro d’estate le insidie aumentano perché aumenta il flusso veicolare e, purtroppo, in tanti casi anche il tasso alcolemico di chi è al volante.

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