Arrestati questa mattina dai militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Salerno e di Napoli

Traffico internazionale di stupefacenti, presa la coppia del tramacco

Nel giugno 2020 scoperti all’interno del porto di Salerno, oltre diciassette tonnellate di stupefacenti
Francesca Salemme

Sono un imprenditore siciliano trapiantato in Svizzera ed uno spedizioniere salernitano, i due soggetti arrestati questa mattina dai militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Salerno e di Napoli – che hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Salerno, su richiesta della locale Procura della Repubblica – con l'accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

A loro, segnatamente Alberto Eros Amato e Giuliantonio Apicella, si è arrivati al termine di indagini avviate dalle Procure di Salerno e Napoli a seguito dei sequestri, inizialmente a carico di ignoti, eseguiti dal nucleo Polizia economico e finanziaria di Napoli nel giugno 2020 all'interno del porto di Salerno, di oltre diciassette tonnellate di stupefacenti (kg 2.844,500 di hashish e kg. 14.191, 88 di anfetamine del tipo captagon) occultati all'interno di 4 container commerciali provenienti dalla Siria, in transito presso lo scalo commerciale, e diretti di nuovo in Medio Oriente.

I finanzieri hanno eseguito intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre a mirati accertamenti bancari, che hanno permesso di svelare il modus operandi dei due, nonché di risalire ai pagamenti, transitati estero su estero, dalla società di trasporto svizzera, facente capo all'imprenditore di origini siciliane, allo spedizioniere doganale.

Nello specifico, per evitare ispezioni doganali negli scali portuali intermedi, essendo la Siria inserita nelle "black list" del sistema doganale Schengen (per i rischi connessi a spedizioni pericolose quali armi, droga ecc.) gli indagati utilizzavano, di comune accordo, la pratica doganale del tramacco, consistente nel riversare la merce del container di origine all'interno di un altro affibbiandogli così una nuova "identità".

L'approfondita analisi della documentazione doganale ha evidenziato che lo stesso stratagemma è stato adoperato anche in altre transazioni commerciali. L'imprenditore svizzero è stato condotto presso il carcere di Roma/Rebibbia, mentre lo spedizioniere salernitano è ai domiciliari a Baronissi.

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