Tragedia Eboli: Vincenzo e quelle manìe di persecuzione…

Ivano Montano

Una scena raccapricciante, quella che si è presentata agli occhi dei Carabinieri che martedì scorso hanno fatto irruzione in quell’appartamento, per uno strano scherzo del destino al Rione della Pace. L’inferno era lì: un uomo con ancora in mano un coltello insanguinato e lo sguardo perso nel vuoto, un altro riverso a terra in una pozza di sangue. Suo padre. L’arma del delitto è stata posta sotto sequestro, si tratta di un coltello da cucina, con cui Vincenzo Santimone ha colpito il padre 76enne pià volte, cinque, in particolare, le ferite da taglio che hanno provocato la morte del pensionato, alla gola ed al torace. La salma dell’uomo è tuttora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria presso l’Umberto I di Nocera Inferiore. Vincenzo Santimone soffre da tempo di disturbi psichici, pare fosse presa di manie di persecuzione. Il Sindaco di Eboli, Mario Conte, ha raccontato di aver conosciuto Vincenzo qualche anno fa, quando si recò al dipartimento di igiene mentale eburino. A quanto pare, non ha mai seguito il piano terapeutico che gli era stato consigliato. Il primo cittadino ha anche asserito che nessuna richiesta di aiuto è mai giunta agli assistenti sociali da parte della famiglia Santimone, per cui in casa nessuno avrebbe mai potuto prevedere un così tragico epilogo.

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