Mercoledì digiuno interreligioso, domenica 6 marzo messa nella chiesa ortodossa di via Canali con l'Arcivescovo Bellandi

Ucraina, le iniziative di solidarietà e di vicinanza

Oggi presidi per la pace nei giardini Gandhi e a piazza Portanova. I principali monumenti campani illuminati di giallo e blu
Francesca Salemme

Doppio appuntamento a Salerno questo pomeriggio, prima ai giardini Gandhi in via Carnelluti (dalle 16) e poi in piazza Portanova (dalle 17), per manifestare contro la guerra. L'iniziativa è stata promossa da tante associazioni e organizzazioni, dall'Arci a Legambiente, dall'Ai.Bi. all'Anpi, dalla comunità di sant'Egidio a Mani tese, dall'Unione degli studenti a Cgil, Cisl e Uil. Un fronte ampio, che la Rete Italiana Pace e Disarmo ha mobilitato, con il coinvolgimento di tante realtà a livello territoriale, non solo nazionale, che, come a Salerno, saranno in piazza per ribadire il NO alla guerra.

Nella chiesa greco ortodossa di via dei Canali (che esiste dal 2016) alle preghiere e messe di queste ore si aggiungeranno mercoledì 2 marzo, mercoledì delle ceneri, il digiuno di fedeli ucraini e salernitani, mentre domenica 6 marzo, la celebrazione eucaristica celebrata insieme da padre Ivan e dall'arcivescovo Bellandi.

Intanto, si schierano contro il conflitto anche i monumenti campani, che aderendo alla campagna social del Ministero della Cultura si sono illuminati con i colori della bandiera Ucraina, giallo e blu, per la pace: il Maschio Angioino a Napoli, la Casina vanvitelliana di Bacoli, il tempio di Nettuno nell'Area archeologica di Paestum e l'Arco dell'imperatore Traiano a Benevento mentre gli hashtag #museumsagainstwar e #cultureunitestheworld si moltiplicano sulle bacheche.

E ancora da ieri e fino a domani, i bus della flotta dell'azienda regionale di trasporto su gomma viaggiano proiettando sui display messaggi di pace: “La pace si afferma solo con la pace”, frase pronunciata da Paolo VI nel 1976 in occasione della IX giornata mondiale della pace e rilanciata da Papa Francesco nel 2013 per la Siria, una incitazione alla pace contro la guerra e una esortazione in dialetto per accentuare il potenziale espressivo della frase e sostenere le ragioni dello stop alla guerra. Tre messaggi di solidarietà e di vicinanza ai cittadini ucraini, in queste ore martoriati dal conflitto.

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