Nuova strategia dopo i ritardi di Pfizer e AstraZeneca

Vaccini anti-covid, ipotesi di produzione anche in Italia

Nel primo trimestre saranno protetti solo 7,5 milioni di italiani
Alessandro Ferro

Si pensa di produrre i vaccini anti-covid direttamente in Italia, così come succede già in alcuni paesi orientali e come stanno pensando di fare altri stati europei. Questo per ovviare ai ritardi nelle consegne da parte di Pfizer e AstraZeneca ma resta il problema importante del tempo.

Sembra essere questa, comunque, la strada da intraprendere per accelerare la velocità di produzione attraverso una sinergia tra le compagnie. In Francia e in Germania gli accordi sono vicini, in Italia se ne auspica uno a livello europeo che consenta di operare per conto terzi. È questa la posizione espressa dal viceministro Pierpaolo Sileri che, in seguito alle riduzioni di dosi da parte di AstraZeneca e Pfizer, parla di uno slittamento di "circa quattro settimane nei tempi previsti per la vaccinazione degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione. Le prossime dosi a disposizione saranno utilizzate anzitutto per effettuare il richiamo nei tempi previsti a coloro che hanno già ricevuto la prima somministrazione".

Di conseguenza cambia il cronoprogramma dei vaccini. Se venerdì l'Ema darà l'autorizzazione ad AstraZeneca, nel primo trimestre saranno coperti solo 7,5 milioni di italiani. Nel secondo trimestre il numero delle dosi dovrebbe aumentare sensibilmente ma al momento c'è l'incognita sul vaccino di Johnson&Johnson, in attesa di valutazione. Ecco perché l'idea di produrre vaccini attraverso la collaborazione tra industrie farmaceutiche potrebbe essere replicata in Italia.

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