Con Antonio La Monica, va via un pezzo di storia di Salerno

Ivano Montano

Mentre si chiude il sipario, gli applausi a scena aperta non accennano ad estinguersi. Sono tutti per Antonio La Monica, che ha abbandonato la scena e la sua scomparsa è un pezzo di teatro, di vita culturale, di storia cittadina che si dissolve in una nuvola di ricordi. Sulla sua pagina facebook, centinaia di saluti scritti in lacrime, da colleghi attori e registi, da amanti del teatro e da persone che semplicemente hanno avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzarlo, di farsi conquistare dall’innata simpatia. Ne scegliamo uno per tutti, quello di Nico Caruccio: “Qualcuno ha scritto un amatore che faceva le cose da professionista. Io aggiungo – dice Nico – “Un professionista nei panni di un amatore”. Proprio vero. Perché da attore si lasciava guidare dalla passione e da regista, con quella stessa infinita passione, guidava gli attori, anche quelli alle prime armi, anche quelli che bisognava innanzitutto metterli in piedi, prima di dar loro facoltà di parola e di movimento. Come diceva sempre il suo grande amico, Gino Esposito, Antonio La Monica riusciva a creare capolavori maneggiando pezzi di creta, come un abilissimo scultore ispirato da chissà quale Musa. Non verrà più a trovarci in redazione per annunciarci la prossima messa in scena, una nuova commedia per far ridere, commuovere e riflettere. Non verrà più in redazione, bussando elegantemente con lo sguardo e il sorriso di un amico di vecchia data. Ci mancherà.

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