Giffoni Shock: incontri con Martinelli, Bartezzaghi e Godano

Francesca De Simone

“Non è vero che siamo creativi?””: è stata questa la domanda che ha caratterizzato la terza giornata di Giffoni Shock, l’evento del festival, cofinanziato dal Ministero della Cultura ed in programma fino a domani alla Multimedia Valley. Diversi gli ospiti che si sono confrontati sul tema con i 250 ragazzi che partecipano dell’iniziativa. A partire dal divulgatore scientifico Marco Martinelli, protagonista di un live show interattivo, al quale ha preso parte anche la Fondazione Deloitte che, per l’occasione, ha presentato il docufilm “Un punto preciso”. Al centro di questa produzione la scelta di donare una scultura alla città di Milano in occasione del centenario della nascita di Margherita Hack e attraverso cui si propone una riflessione corale sull’eredità intellettuale dell’astrofisica. Martinelli ha poi incentrato il suo intervento sulla condizione femminile, smontando scientificamente il luogo comune in base al quale le donne rappresentano il sesso debole. Pregiudizio avallato, nel corso della storia, anche da illustri pensatori come Aristotele o Freud. Dalla scienza, all’identità, sempre abbinata al concetto di creatività: è su questo aspetto che si è soffermato Stefano Bartezzaghi, scrittore e critico letterario, noto per il suo lavoro nell’ambito dei giochi di parole e degli enigmi linguistici. Infine, la creatività e la musica: Cristiano Godano, frontman dei Marlene Kuntz si racconta a Giffoni Shock. Dalla scrittura all’importanza delle parole, Godano parla del suo metodo: “Le parole sono molto importanti. Non è mai semplice spiegare come si arriva a certe cose. Da un punto di vista comunicativo ebbi un’idea interessante. Quando uscì il nostro primo disco, invitammo la gente con una dicitura che è restata fino all’era di Internet che ha soppiantato la dimensione cartacea, a dialogare via posta tradizionale con noi. Scegliendo una casella postale. E uno dei leit motiv di queste lettere era: tu sei un poeta. Questa cosa mi metteva fortemente in difficoltà e mi spingeva a pormi delle domande. Affermazioni così roboanti mi hanno permesso di acquisire una consapevolezza. Nonostante questo continua a non essere semplice raccontarmi con tutte le mie armi a disposizione. Ho sempre letto molto e appreso da un punto di vista estetico come gli altri scrivevano. Questo mi ha permesso di andare incontro alla consapevolezza della scelta delle parole. Dobbiamo riflettere anche sul fatto di essere incapaci di riportare il proprio pensiero al cento per cento sul foglio scritto. Mi sono appassionato a un grande poeta, Osip Mandelstam, che rende omaggio a Silentium di Tjutcev. E ho riflettuto in un mio testo sull’impossibilità di essere veramente fedeli al proprio pensiero”.

Leggi anche

Adblock Detected

Please support us by disabling your AdBlocker extension from your browsers for our website.