Fonderie, la famiglia Pisano «Basta diffamazioni»

Simona Cataldo

«Siamo costretti a constatare che – nonostante numerosi provvedimenti della Magistratura – viene riproposta una narrazione che finge di ignorare come non risulti minimamente agli atti alcuna delle ipotesi e delle tesi evidentemente sostenute non in omaggio alla verità ma con l’ unico obiettivo di diffamare le Fonderie Pisano e coinvolgere nell’allarme suscitato il maggior numero di esponenti della popolazione». La famiglia Pisano questa volta annuncia iniziative legali nei confronti di chi continua a diffamare l’immagine delle Fonderie di Fratte. Innanzitutto nei confronti del Comitato Salute e Vita e dieci cittadini che hanno presentato una nuova denuncia-querela. Dopo aver effettuato il test del mineralogramma è stata accertata, accusa il comitato, la presenza presenza di metalli anche nei capelli. Affermazioni che hanno provocato la reazione della famiglia Pisano che ricorda che «l’autorità giudiziaria si è già pronunciata, in diverse sedi, con esito favorevole alle fonderie». Il riferimento riportato è la pronuncia, tre mesi fa, del Consiglio di Stato, che «ha pronunciato la sentenza con la quale si respinge il ricorso proposto da Salute e vita, che aveva impugnato la sentenza del Tar (sezione di Salerno) che non ha annullato, come richiesto, il decreto della Regione Campania con cui si approva, invece, il progetto di riesame e di adeguamento dell’Aia rilasciata alle Fonderie Pisano». Gli imprenditori, sempre assolti dalle imputazioni relative a reati ambientali, ricordano che «che dallo studio Spes acquisito dal Tar, non si ricava una specifica attribuzione dei livelli di contaminazione presenti nella Valle dell’Irno e il conseguente rischio di esposizione all’attività della fonderia».

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